PWN ROME: Reinventing Yourself

Nello splendido scenario della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte – un antico salone affrescato, con alti soffitti a volta, “foderato” di scaffalature di legno colme di libri, con uno stretto ballatoio – giovedì 27 ottobre 2016 abbiamo partecipato a un incontro su “come re-inventarci”, tema assai attuale nel contesto della crisi economica che stiamo vivendo nel paese. La tavola rotonda è stata moderata da Gabriele Gabrielli, Head of People Management Competence Centre & Lab, LUISS Business School and President of LAVOROperLApersona Stefania Grea – Founding Member of Career Star Group and National Account Manager INTOO – ci ha introdotto nella realtà dell’outplacement, attività volta alla riqualificazione delle risorse, con l’obiettivo di favorire transizioni di carriera realizzando altresì aspettative e bisogni individuali Andrea Pietrini – Managing Partner of Your CFO – ci ha raccontato l’esperienza dello start up di un’azienda nata con l’idea di sostenere l’imprenditore nelle scelte relative all’area Finanza, Amministrazione e Controllo, offrendo specifico sostegno in termini manageriali e di visione strategico-finanziaria, tramite impiego – anche in ottica temporary management – di professionisti esperti, ribaltando per il professionista la logica di impiego, da dipendente a consulente, con la ricchezza donata dal confronto tra realtà e esperienze diverse. Laura De Chiara – Entrepreneur, Business Angel and Consultant in Strategy, Marketing and Communication – con la convinzione che qualsiasi cambiamento in azienda può avvenire attraverso la Partecipazione, ci ha illustrato come principali aree di intervento per garantire la leadership dell’azienda sul mercato, e la sua sopravvivenza nel medio lungo termine: Change management, Modifiche distributive, Strategie digitali, Sviluppo del New Business. In conclusione, poiché “l’innamoramento tra azienda e manager può finire”, dobbiamo prepararci e investire nel quotidiano a favore del nostro futuro, con la massima cura verso noi stesse, ad esempio con il networking by caring, cioè “facciamo sì network, ma solo con chi ci piace”!

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TIM ospita TEDXROMAWOMEN 2016

Tim ha ospitato presso la sede di Via de’Francisci l’evento TEDxRomaWomen 2016, trasmesso in diretta dagli Stati Uniti. Alcune socie Noi D Telecom hanno partecipato e ci hanno riportato spunti di riflessione sul tema “It’s About Time”. L’obiettivo era esplorare insieme come il tempo e l’attenzione modellano la nostra vita in due sessioni: • It’s About my Time • It’s About our Time Tanti sono stati i messaggi e gli spunti di riflessione. Innanzitutto l’evento, con una ventata di aria fresca, ha come spalancato una finestra sul significato e sull’uso del tempo, facendoci scoprire il fiorire di nuovi mestieri, quali il Memory Researcher, il Social Entrepreneur, il Cultural Theorist, il Lactation Researcher, il Wellness Specialist, e riferimenti alle attività di Life Designer, Communication Marketing Education, Human Empowerment, Transgender Activist, Community Organizer, Social Entrepreneur, … Sezione ” It’s About my Time” Spesso il quotidiano di noi donne si nutre di troppi obblighi, ruoli e mille routine, ed inesorabilmente, nelle nostre vite, si afferma un tempo dimenticato dalla fantasia, dove le pulsioni creative rischiano di spegnersi ancor prima di germogliare, e dove si riduce uno spazio per l’anima, per la cura di sé, per sognare. La speaker Laura Vanderkam, per esempio, autrice di testi centrati sulla work life balance, ha cercato di sfatare il mito della cronica mancanza di tempo e ci ha sollecitato ad impegnarci per sperimentare vite più bilanciate tra carriera e impegni privati, così come tante professioniste di successo riescono a fare. Lila Davachi, invece, Memory Researcher, ha illustrato perché “time is memory”, offrendo una vista scientifica del tempo come “memoria personale”, a cui affidiamo la costruzione delle nostre personali versioni di realtà. E poi ancora Brittney Cooper, Cultural Theorist, ha intrattenuto i presenti sull’uso prezioso del tempo, da lei dedicato all’impegno di genere e alla diffusione della leadership tra le donne di origine africana Sezione ” It’s About our Time” Coppie di persone hanno raccontato come il tempo che hanno dedicato l’uno all’altro, per raccontarsi e riconoscendo il valore di entrambi, abbia permesso loro di vivere esperienze di successo nella carriera scientifica, nel sociale, nel superamento di difficoltà personali. Insomma, un evento che ci ha invitato a riflettere sulla ricerca di un equilibrio basato su comportamenti nuovi, più giusti, e umani. Una spinta ad essere non solo donne, lavoratrici, madri più consapevoli, ma anche riformatrici del nostro tempo. Un messaggio universale, valido al di là delle diversità di genere. Qui trovi il programma e gli speaker:  

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Più donne nel management più opportunità per il Paese

NoiD ha partecipato all’evento “Più donne nel management più opportunità per il paese” organizzato dal 30% Club. Nel corso dell’evento la Vice Presidente del Senato, Linda Lanzillotta, ha presentato i numeri emersi da un’analisi, effettuata dal 30% Club, sulle maggiori aziende italiane quotate in borsa dalla quale emerge che la rappresentanza femminile nelle posizioni executive apicali è del 9%, un livello basso anche in confronto alla già non brillante media europea pari al 15%. La situazione migliora di poco se si allarga lo sguardo alla totalità dei ruoli dirigenziali, la cui rappresentanza femminile raggiunge in Italia il 15% mentre la media europea supera il 30%. Odile Robotti, responsabile del 30% Club Italia, ha spiegato come il gap non si risolve spontaneamente: oggi il bilanciamento di genere migliora dell’1% annuo, quindi sono necessari interventi e azioni specifiche. In particolare il presidente di IBM Italia, Nicola Ciniero, ha illustrato come nella sua azienda a fronte di una popolazione femminile che rappresenta il 30 % del totale, le donne dirigenti sono il 23% e quelle in posizione apicale il 20% delle rispettive categorie. In RFI, secondo l’AD Maurizio Gentile, la forbice è addirittura rovesciata: a fronte di una presenza femminile complessivamente del 14%, le donne quadro sono il 27% e le dirigenti il 16%. Infine per quanto riguarda ANIA, la presidente Maria Bianca Farina evidenzia come le donne rappresentino circa la metà della popolazione, e tale composizione si ritrovi anche nell’ambito della dirigenza (sia middle management che apicale). Nella tavola rotonda organizzata dal convegno, sono intervenuti esponenti di rilievo del mondo dell’industria e di Confindustria che hanno illustrato percorsi già in atto, iniziative e proposte per raggiungere il 30% di presenza femminile entro il 2020. Nel corso del dibattito è emersa anche la proposta di introdurre provvedimenti legislativi che premino le aziende sui risultati conseguiti in questo ambito. Di seguito il link al report e al sito del 30% club.  

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NoiD Telecom compie 4 anni!

NoiD Telecom compie 4 anni! Per festeggiare insieme i traguardi raggiunti, le molte energie messe in campo e le tante sfide in arrivo, abbiamo trascorso una piacevole serata insieme. L’11 luglio sulla terrazza del T Bar noi socie ci siamo ritrovate per celebrare un rito, condividendo tempo, presenza ed intenzioni. Abbiamo coinvolto anche colleghe e amiche, che hanno avuto la possibilità di conoscere l’associazione da vicino, e abbiamo ospitato le associazioni con cui collaboriamo, Associazione Donne Banca d’Italia, Professional Women Network, Social Innovation Society, Coordinamento Nazionale Quadri, che ci hanno testimoniato la loro vicinanza e parlato delle prossime iniziative di collaborazione. Una festa ricca di contenuti e briosa: tra fiumi di bollicine! Complimenti a tutti, artefici di questo coinvolgente evento. Speciale ringraziamento a Elena Braccini, picture manager della serata.  

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Racconti di Noi D Telecom dalla #raceforthecure

Impressioni di una giornata speciale di Rosaria Anastasio e La Race che vorrei nel 2017 di Francesca Funaro, oltre a tante foto per fissare i momenti e l’atmosfera della tappa di Roma della Race for the Cure 2016, che ha visto quest’anno il coinvolgimento eccezionale di tante colleghe e colleghi. Un racconto collettivo che si potrà arricchire del contributo di tutte le associate. Quando mi hanno chiesto di contribuire a raccogliere le adesioni alla “Race for the Cure” per la squadra dei “TIM Runners”, ho aderito più per una voglia di fare del volontariato che per un’effettiva conoscenza di cosa questo evento effettivamente rappresentasse per noi donne. Avevo sentito parlare di questa manifestazione, negli anni passati, ma viverla è stata tutta un’altra cosa! Una splendida giornata di sole ed un mare, tinteggiato di rosa, di persone che corrono insieme per vincere una gara…. una gara con in palio un premio inestimabile: la sconfitta del tumore al seno. Io sono tra le più fortunate e forse non ho molta voce in capitolo sul tema ma, di quella giornata, mi è rimasto impresso il coraggio di tutte quelle donne che si uniscono per trasformare il loro enorme fardello in un’arma potente per tentare di sconfiggere uno dei “mostri”, forse peggiori, in cui una donna si può imbattere. Ho sempre ritenuto il “coraggio” un sostantivo che sarebbe stato meglio al… femminile (soprattutto ai giorni nostri) ! Ebbene quella giornata, con le donne in “rosa”, i loro occhi, i loro sorrisi, la loro determinazione, ne è stata per me la conferma! Non meno emozionante, devo dire, è stata la partecipazione con la squadra dei TIM Runners, che si è distinta per il numero di adesioni (ben 780) e che ha ricevuto il premio come squadra neofita con il maggior numero di iscrizioni! Un’identità ed un orgoglio di appartenenza aziendale spesso sopito dalle varie vicende del vivere quotidiano, che è stato davvero bello ritrovare. I valori positivi ci sono, la “Race” ne è stata una dimostrazione: ci auguriamo che la forza delle donne in azienda (e questa volta il sostantivo è correttamente al femminile) possa agevolarne una maggiore diffusione ed affermazione. Rosaria Anastasio È passato qualche giorno e oggi l’urgenza di fissare il ricordo è irresistibile. Sono nel centro prevenzione tumori del San Filippo Neri, per il mio controllo annuale, tra donne che hanno la mia stessa ansia: sia chi come me ha solo paura di doverci passare un giorno e chi invece ci è già passato. Siamo meno numerose del solito per la verità, perché oggi era temuto lo sciopero, e la tensione sembra sia inversamente proporzionale all’affollamento. Proprio questa stramba ponderazione del rapporto tra essere insieme e stare bene, mi porta a ripensare alla domenica del 15 maggio con la Race for the Cure a Roma. Compagnia e benessere, condivisione e impeto, consapevolezza ed entusiasmo: la magica unione di sentimenti, intenzioni e azioni che ho potuto apprezzare nello splendido scenario del Circo Massimo. Quel rosa, così brillante e dolce, nonostante la lotta dura, serrata e feroce che ci tocca condurre, ci unisce tutte: qualunque sia stata la personale esperienza con il tumore, corriamo per affrontare, per non fuggire, senza nascondere la paura, ma sapendo che da questa trasparenza può nascere il coraggio. Ho corso i 5 km con questo spirito. Quasi al traguardo ho incontrato lo sguardo di una donna in rosa e ho pensato che non potevo mollare, volevo fare anche io la mia parte in questa gioiosa e tenace competizione. All’arrivo ho trovato colleghe, amiche e associate di Noi D Telecom e la felicità è stata incontenibile. Preziosa esperienza la Race for the Cure. Gruppo da mantenere quello dei Tim Runners. Faccio un bilancio: nel 2015 è stata la mia prima corsa competitiva, nel 2016 ho avuto l’onore di correre in gruppo con i miei colleghi; quale il desiderio per la Race for the Cure del 2017? Che questo evento così partecipato possa anche dare l’opportunità a chi è protagonista principale di avere le rassicurazioni più chiare e incontrovertibili sulla corretta condotta da parte degli sponsor. Trasparenza e impegno a 360° per la salute nostra e del pianeta! No all’utilizzo di sostanze conosciute come nocive, aggiornamento degli ingredienti qualora sorgano dubbi su componenti che precedentemente si ritenevano sicuri. Tra gli sponsor della Race for the cure ci sono prodotti che le donne utilizzano sul proprio corpo, quotidianamente. Essere sponsor della Race for the cure ha un valore etico e commerciale. Io, da donna, chiedo a Komen Italia di avviare un dialogo aperto e chiaro con gli sponsor su questo tema fondamentale, per la salute delle donne e per salvaguardare la genuinità di questo coinvolgimento. Francesca Funaro

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Mondo del lavoro e digital gender gap

Due articoli interessanti sulla donna nel mondo del lavoro e sul Digital Gender Gap.   Già nel 2013 Christine Lagard in qualità di Direttrice del Fondo Monetario Internazionale aveva evidenziato i benefici che l’intera economia globale trarrebbe da una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, con impatti non solo sul mercato dell’occupazione, e quindi sul PIL, ma anche sul benessere complessivo sia in termini di maggiore sicurezza materiale che di soddisfazione personale.   Da un’analisi del Parlamento Ue sulle tendenze nell’occupazione femminile nell’ultimo decennio, le donne occupate sono cresciute dal 55,5% al 59,6%, mentre la percentuale degli uomini occupati rimane elevata (70,1%) seppur costante. Una buona notizia comunque: l’incremento infatti può essere spiegato grazie alla flessibilità dell’orario lavorativo, alle conoscenze e competenze acquisite e alla flessibilità dello spazio di lavoro.   Ancora alto invece il Digital Gender Gap nel mondo ICT: nonostante le donne dimostrino spiccate attitudini anche in questo ambito, nelle aree ICT delle aziende, solo il 22,6% è rappresentato da donne. In particolare, nei casi in cui a guidare la struttura sia una donna la quota aumenta fino a raggiungere il 37,9%, mentre scende al 13,9% quando alla guida c’è un uomo.   Digital gender gap: RAI Cultura Economia Donne e mondo del lavoro: il digitale ci salverà? | Tech Economy Daniela Candelora _____________________________________________________________

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Smart Working TIM? Yes please!

Interessante risultato del lavoro congiunto tra le associazioni CNQ (Coordinamento Nazionale Quadri) e NoiD di Telecom Italia, pubblicato il 3 maggio 2016 sulla Intranet di TIM. Il tema? L’esito di un sondaggio tra i colleghi per saggiare il gradimento dell’iniziativa aziendale “Smart Working”. Ma cos’è il Progetto “Smart Working”? • Ha l’ambizione di innovare i luoghi ed i modi del lavoro così da equilibrare efficienza produttiva ed attese personali del  dipendente. • Rende operativo un modello di organizzazione del lavoro con una minore enfasi sulla postazione lavorativa “fissa”, a favore di una modalità di gestione del lavoro affidata maggiormente alla crescita del rapporto di fiducia capo/collaboratore. • Mira al riconoscimento di TIM al pari di quelle aziende percepite come modello (es. Apple, Google) perché dinamiche, aperte, in continua evoluzione ed in grado di favorire le condizioni per generare il cambiamento, offrendo tempo e spazio all’iniziativa personale. • Offre la possibilità – per ora sperimentale – di lavorare alcuni giorni pre-definiti del mese da casa e/o da una sede aziendale diversa da quella di assegnazione ma scelta perché più agevole come logistica. Il risultato del sondaggio è stato più che positivo: lo “Smart Working” piace! Dall’articolo sulla Intranet TIM: Al sondaggio hanno partecipato sia professional (50,5%) che responsabili di settore e coordinatori di risorse (21,5 %), insieme a capi progetto (13,1%) ed impiegati (15%). Ma cosa è emerso di rilevante? A grandi linee abbiamo evidenziato 3 temi: 1. L’interesse a svolgere la propria attività lavorativa in aree di co-working in alternativa agli hub aziendali, al fine di avere una maggiore capillarità di sedi disponibili. Sembra questa, infatti, l’alternativa maggiormente affine a quella in ambiente domestico (che rimane il preferito su tutti); 2. La necessità di avere dei buoni capi ed una buona politica di gestione delle RU, per condividere col proprio Management la nuova modalità di lavoro per obiettivi ed aumentare la QVL (Qualità della Vita Lavorativa); 3. L’attenzione al tema della sicurezza sollevato dal poter lavorare da casa Se dovessimo sintetizzare in poche parole che cosa significa lavorare in Smart Working per le associate e gli associati di CNQ e NoiD, potremmo dire sicuramente il recupero di tempo impiegato per lunghi spostamenti, con riduzione dello stress, a vantaggio delle performance lavorative. Si apprezza la necessità di una maggior responsabilizzazione sul raggiungimento degli obiettivi prefissati, e di una maggior fiducia necessaria da parte dell’azienda e tra i lavoratori, sia collaboratori che responsabili; l’orientamento al risultato e l’ammodernamento del modello di gestione delle persone e dello stile di leadership si percepiscono come fattori che “sono costretti” a migliorare. Patrizia Gentile

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Lgbt, aprire l’azienda alla diversità fa salire profitti e quotazioni di Borsa

Vi segnaliamo il nuovo studio che il Credit Suisse Research Istitute ha elaborato una ricerca per dimostrare come le aziende che adottano politiche di accoglienza e inclusione di persone Lgbt nelle proprie organizzazioni ottengano risultati economici migliori del 3%, maggiore produttività e profitti. Lo studio si affianca agli altri già condotti dall’Istituto per dimostrare gli effetti positivi delle politiche gender diversity sui bilanci delle imprese e della Società. Studio Credit Suisse Articolo su Repubblica.it  

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LeadHERship al femminile in TIM Factory

  Interessante iniziativa  di “LeadHERship al femminile” mercoledì  30 marzo scorso presso la TIM Factory in Via delle Conce  a Roma, cui siamo state invitate come Associazione.   Protagoniste Silvia Ponzoni, responsabile Direzione Audit di Telecom Italia e Barbara Poggiali, responsabile del Marketing Strategico di Poste Italiane. Silvia è un manager con lunga esperienza internazionale. Dopo la Laurea in Economia Aziendale all’Università Bocconi, è assunta in Ernst & Young dove lavora dal 1999 al 2002, come Staff Auditor in Italia e, successivamente, come Audit Executive in UK. Dal 2003 al 2010 è in TYCO INTERNATIONAL GROUP presso la sede inglese della multinazionale ricoprendo ruoli di crescente responsabilità. Tornata in Italia nel 2011 assume il ruolo di Chief Financial Officer nella filiale italiana della multinazionale norvegese HYDRO ALUMINIUM poi fusa con il gruppo SAPA. Nel suo ultimo incarico in SAPA EXTRUSION ITALY, prima dell’assunzione in Telecom Italia, è stata responsabile di tutte le funzioni di staff. Barbara ha un curriculum davvero importante: si affaccia al mondo del lavoro con una laurea in ingegneria al Massachusetts Institute of Technology (MIT). Ha lavorato spesso all’estero e in molte aziende di TLC tra cui ricorda con piacere lo start up di Omnitel ed ora è approdata alle Poste Italiane come responsabile del Marketing Strategico. Parla 4 lingue di cui 2 madrelingua. E’ presente in moltissimi Consigli di Amministrazione già da prima della legge sulle quote rosa. Più che una leadership al femminile le due manager hanno espresso una leadership conquistata con l’impegno e la dedizione. Quello che è emerso dai loro racconti è la determinazione con cui hanno affrontato il lavoro. Innanzi tutto attraverso la formazione all’estero per sviluppare apertura mentale, confronto con le diversità e, non ultimo, per imparare con profondità le lingue. Poi con le scelte di lavoro, vincendo la tentazione di rimanere nella “comfort zone” e preferendo sempre soluzioni utili allo sviluppo della propria carriera. Le difficoltà di conciliare vita privata e vita lavorativa sono state superate imparando a fidarsi degli altri, cioè di coloro a cui affidano i propri cari, e con il supporto del proprio partner. Tuttavia per entrambe il tema appare aperto e ammettono che hanno spesso rinunciato al tempo da dedicare a se stesse. Il loro consiglio alle donne che vogliono emergere nel mondo del lavoro è stato: 1) essere preparate in maniera eccellente, 2) “pensare” internazionale, 3) diversificare le esperienze professionali. Tutto integrato dall’impegno a sviluppare un network nel quale essere riconosciute. Cosa abbiamo tratto da questo incontro? Una conferma della profonda competenza e professionalità delle donne che raggiungono posizioni di rilievo nel mondo del lavoro e dell’importanza della determinazione e della passione. Ma anche che in questo mondo è ancora il modello di leadership tradizionale ad emergere: forte consacrazione al lavoro, difficoltà nella conciliazione lavoro-vita privata. Daniela Fiore, Patrizia Gentile e Roberta Perfetti

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8 marzo in Telecom Italia Information Technology: un libro ad ogni collega

Nel giorno della festa della donna tutte le colleghe che lavorano in Telecom Italia Information Technology hanno ricevuto un libro con un biglietto personalizzato   L’iniziativa è stata curata direttamente da Patrizia Nobile, Responsabile People Value Business Partner Telecom Italia Information Technology, con l’aiuto di Sofia Marcone, entrambe socie fondatrici della nostra associazione. Siamo andate a trovare Patrizia per farcela raccontare: “La giornata è iniziata con una mail recapitata a tutte le 1.100 colleghe per condividere la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna. Alla mail abbiamo allegato una breve presentazione per inquadrare la presenza femminile nelle Aziende ICT , come stimolo all’impegno, all’eccellenza, alla cura e alla crescita per ciascuna di noi. Nella stessa giornata ogni collega ha ricevuto in dono un libro, di un’autrice donna e con tema inerente la condizione femminile. Un dono semplice e pensato, comprato in rete per avere il costo più basso e consegnato brevi manu, grazie ai nostri punti delega nelle varie sedi” Nell’era del digitale le nostre colleghe per realizzare questa bella iniziativa si sono impegnate fisicamente, incartando uno ad uno i libri scelti e corredandoli di un biglietto autografo. “È stata l’occasione per ringraziare ognuna delle donne di Telecom Italia Information Technology per l’impegno profuso e le rinunce sopportate. Da donna a donna. Perché una donna sa che il lavoro in ufficio è spazio tra altri impegni, prima e dopo: genitori, figli, famiglia, cuccioli, la propria piccola collettività da curare e contribuire a far evolvere. Al pari dell’azienda per la quale si lavora, che la donna sa includere nella propria prospettiva di ogni giorno, di ogni pensiero che prospetta il domani.” I messaggi ricevuti in risposta testimoniano che i contenuti di questa iniziativa sono stati molto apprezzati, e che l’accuratezza con cui avete seguito il tutto li ha resi addirittura preziosi. “La scelta del libro è stata valutata molto positivamente, come alternativa all’omaggio floreale della mimosa, come dono di pensiero da condividere e oggetto materiale che rimarrà a testimonianza di un’occasione. Molte donne hanno parlato di questo evento come segno ad personam, il primo ricevuto come donna in questa azienda. Alcune colleghe auspicano che quest’aria di cambiamento incrementi la coscienza e l’orgoglio del grande valore aggiunto che ognuna porta nella vita professionale e privata. Insomma, mi sento di dire che questo messaggio, questo dono, questo progetto hanno richiesto poche risorse materiali, molte energie personali e hanno creato un bellissimo circolo virtuoso di riconoscimento, gratitudine, apprezzamento, coinvolgimento. Una collega mi ha scritto che il gesto, il pensiero e le parole “profumano” di Donna, ma devo confessare di aver ricevuto mail di apprezzamento da parte di colleghi uomini e questo mi fa molto ben sperare per un percorso congiunto verso il riequilibrio della composizione di genere, oggi ancora sbilanciata a favore della componente maschile, come in tutte le Aziende tecnologiche.” Arrivederci allora Patrizia, per continuare su questa strada, e far sì che tutte le nostre giornate siano una festa della donna. Francesca Funaro

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