Festa 10 anni NoiD

Grande successo ieri sera alla celebrazione per i 10 anni di NoiD Telecom. Momenti emozionanti nel ripercorrere le tappe di una associazione che ha precorso i tempi affrontando sin dal 2012 i dibattiti di genere, divenuti oggi di grande attualità. Valori che uniscono da sempre le sostenitrici dell’Associazione NoiD nel perseguire un obiettivo comune: promuovere il valore della donna nei ruoli manageriali all’interno della azienda. Ospite d’eccezione, Pietro Labriola, AD di TIM, che con la sua partecipazione ha voluto valorizzare il dialogo con NoiD e le imminenti novità che ci saranno in TIM per ridurre il #gendergap

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La certificazione di genere è finalmente realtà!

Se ne è parlato e soprattutto si è lavorato per mesi, ma dal 16 marzo scorso è entrata in vigore la UNI/PdR 125:2022 che introduce uno standard nazionale per la certificazione della parità di genere, la cui implementazione da parte delle aziende costituirà non solo un vantaggio competitivo, ma anche prerequisito indispensabile ed elemento di premialità nei futuri bandi pubblici. La norma UNI/PdR 125:2022 dal titolo “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede l’adozione di specifici KPI inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni”, potrà essere adottata già dai prossimi mesi da parte di Organizzazioni di ogni dimensione e grado nell’ambito degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo di questo nuovo strumento è favorire le opportunità di carriera, la parità salariale, la tutela della maternità e della famiglia, la stabilità occupazionale, la promozione di uguali mansioni all’interno del mondo del lavoro. NoiD Telecom ha partecipato con impegno ed entusiasmo, all’interno del network di Inclusione Donna, al lavoro che ha condotto a questo importante risultato fortemente voluto dalla ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti. La ministra Bonetti ha sottolineato che “le pari opportunità sono state poste dal Governo tra i temi centrali per la crescita e la ripresa del nostro Paese. La certificazione di genere aiuterà le imprese nella progettazione di politiche che investono in lavoro femminile. È uno strumento che rende concreto il principio secondo cui l’investimento sul talento femminile è conveniente per il Paese ed è conveniente per il tessuto imprenditoriale”. “La Uni/PdR 125 ha l’obiettivo di supportare un percorso di cambiamento culturale nelle organizzazioni e nella Società, necessario per raggiungere una più equa parità di genere superando la visione stereotipata dei ruoli, attivando la grande risorsa dei talenti femminili per stimolare la crescita economica e sociale del Paese” ha aggiunto il presidente di Uni, Giuseppe Rossi. Inclusione Donna, AICEO e Valore D hanno diffuso un comunicato stampa a valle della pubblicazione della norma, con alcune dichiarazioni:   “..la parità di genere nel mondo del lavoro diventa quindi un obiettivo più concreto e realizzabile” dichiara Sila Mochi, co Founder di Inclusione Donna.  “La UNI/PdR 125:2022.… rappresenta un forte strumento di consapevolezza e di accelerazione di questo processo, nonché di valorizzazione e condivisione delle buone prassi già presenti” aggiunge Paola Corna Pellegrini, Presidente di AICEO – Associazione Italiana CEO.  ” Fissare obiettivi concreti e misurarne i progressi è alla base di qualsiasi cambiamento ed è fondamentale per promuovere la leadership femminile. Incrementare la presenza delle donne a livelli apicali vuol dire creare una pipeline di talenti e sprigionare opportunità di crescita finora inespresse” commenta Paola Mascaro Presidente di Valore D. Al tavolo di lavoro non è mancato il contributo di NoiDTelecom nella persona della Vice Presidente dell’Associazione Carla Nisio. Il traguardo verso la parità di genere è ancora lontano ma questo tassello lo avvicina e ci stimola a continuare nel lavoro di partecipazione attiva sul tema, di condivisione, di sensibilizzazione. Contribuisci anche tu ad amplificare il messaggio e continua a seguirci sui nostri canali social Twitter,  LinkedIn e Facebook.

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Inclusione Donna intervista Carla Nisio, Vicepresidente NoiD

Carla Nisio, Vicepresidente di NoiD Telecom, è stata intervistata da Inclusione Donna, punto di aggregazione di tutte le associazioni portatrici degli interessi delle donne. Carla si racconta e spiega obiettivi e attività di NoiD, e quanto sia importante il valore della collaborazione grazie al network con altre associazioni di donne nel mondo del lavoro. Il suo sogno? “Vorrei davvero che fosse superata la distinzione tra sessi e che si potesse parlare di persone”. Leggi l’intervista integrale: Inclusione Donna intervista Carla Nisio vicepresidente di NoiD A cura di Mariangela Cassano e Andra Mocanu Sono napoletana e vivo a Roma. Sono un’ingegnera elettronica e una manager con oltre 25 anni di esperienza nel mondo delle TLC e dell’ICT. Il mio percorso professionale si è sviluppato nelle aziende del Gruppo TIM e mi ha consentito di partecipare ad una storia di evoluzione e di innovazione sia tecnologica che di servizi. Oggi sono in Noovle che è l’azienda del gruppo TIM che gestisce i Data Center di TIM ed offre servizi cloud: sono responsabile dell’area “Business Solutions & Center of Excellence”, gestisco il portafoglio dei servizi di Noovle ed ho la responsabilità del centro di competenza sulle tecnologie cloud. Sono vicepresidente di NoiD Telecom (Noi Donne del gruppo TIM) che si pone l’obiettivo di valorizzare i talenti femminili all’interno delle nostre aziende. Sono mamma di un bimbo di 10 anni. COME NASCE NOID TELECOM? La nostra Associazione è nata quasi 10 anni fa (compirà 10 anni a giugno e speriamo proprio di poterli festeggiare con un evento in presenza!) spontaneamente da un gruppo di noi, donne, dirigenti e quadri. Confrontando le nostre storie ci siamo rese conto che le difficoltà di ciascuna erano le difficoltà di tutte ed abbiamo deciso di condividerle. L’associazione ha istituito fin da subito un Osservatorio per monitorare la presenza femminile ai vari livelli della nostra azienda (per avere dati oggettivi da cui partire), ha lavorato e lavora sulla comunicazione interna e sui social, sul networking esterno. PERCHÉ AVETE DECISO DI ENTRARE A FAR PARTE DI ID? Fin da subito abbiamo voluto confrontarci con altre associazioni simili alla nostra (siamo partite da ADBI, Minerva, PWN; 10 anni fa non eravamo in molte…) per condividere idee, importare best practises, lavorare insieme. L’adesione a ID è scaturita naturalmente seguendo questo percorso; siamo state tra le prime ad aderire perchè siamo assolutamente convinte che sommando le nostre energie potenziamo la nostra voce, e i fatti ce lo stanno dimostrando SECONDO TE QUALI SONO LE AZIONI PRIORITARIE DA COMPIERE AFFINCHÉ LA MISSION DI ID SI REALIZZI? Sono molte le direzionii sulle quali è necessario lavorare per realizzare una piena chiusura del gender gap. Quando, all’atto della costituzione di ID, discutemmo il denominatore comune tra tutte noi, ci trovammo d’accordo su due direttrici principali: lavoro e rappresentanza nelle istituzioni. Ma siamo attive anche altri in ambiti , quali la lotta alla violenza di genere, e il cambio culturale. NoiD Telecom è focalizzata sul mondo del lavoro. Per questo abbiamo partecipato attivamente alla redazione della PdR sulla certificazione di genere ed ora siamo convinte che serva un’azione di lobbing per far sì che la certificazione venga finanziata e sostenuta dal governo. Questa per noi è l’azione prioritaria. QUAL È IL SOGNO CHE VORRESTI VEDERE REALIZZATO PER LE DONNE IN ITALIA E NEL MONDO? Vorrei davvero che fosse superata la distinzione tra sessi e che si potesse parlare di persone, ma finchè esisterà un gap di genere questo non sarà possibile.

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Due chiacchiere al femminile con Chiara Soldati: “Power skill della leadership femminile”

Sul tema #leadership al #femminile, NoiD Telecom ha incontrato Chiara Soldati, produttrice del vino d’eccellenza Gavi e alla guida dell’azienda di famiglia La Scolca. Capacità, Coraggio e Determinazione sono per Chiara i fattori abilitanti per permettere alle donne di affermarsi nel mondo del lavoro superando la disparità di genere. Lo scambio di riflessioni con Chiara sul suo percorso professionale e la condivisione delle sue esperienze come donna e come imprenditrice, vogliono essere di ispirazione per le donne dell’associazione, e non solo, sulla #leadership al #femminile. Chiara Soldati, un bel sorriso aperto e grintoso che ispira fiducia. Già da bambina, respirando il profumo del vino fra i filari e le cantine, si appassiona alla produzione del vino. Si dedica con passione anche alla sua formazione scolastica e, dopo gli studi classici, sceglie un indirizzo giuridico economico. Nel 1993, a soli 18 anni, è già nell’azienda di famiglia. Nel frattempo pratica sci a livello agonistico; la disciplina sportiva le insegna a rialzarsi dopo le cadute, la prepara ad affrontare le sfide della vita e della professione. A 25 anni è rappresentante dell’imprenditoria femminile e supporta lo sviluppo multifunzionale delle attività rurali; oggi fa parte del consiglio di Confagricoltura ed è presidente del Movimento Turismo del Vino Piemonte. Ha prestato il suo impegno in diversi settori: enoturistico, sociale e per la parità di genere. Si è dedicata alla promozione del turismo nella sua regione, la Liguria, al recupero e conservazione dei beni artistici e culturali del Territorio, come consigliera FAI, alla divulgazione del patrimonio letterario e culturale, come rappresentante MIUR nel CDA del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova; nel 2019 è stata nominata consigliere dell’Associazione Internazionale, con sede negli Stati Uniti, Women of the Wine & Spirits. Nella convinzione che i progetti si realizzino con risultati migliori valorizzando le sinergie e le diverse componenti, la condivisione delle competenze e delle esperienze, la capacità di mediazione, l’attenzione a prevenire e mitigare gli attriti con sensibilità, caratteristiche tipiche della leadership femminile, le hanno consentito di affermarsi in un mondo, quale quello dell’agricoltura, prevalentemente maschile. Chiara, nella sua azienda, ha un team formato al 50% da uomini e al 50% da donne; è una squadra motivata dall’orientamento al risultato comune e condiviso, dal rispetto delle caratteristiche di ciascuno, qualità su cui si fonda un rapporto di fiducia reciproco. La sensibilità di una donna “capo” è un fattore agevolante nella costruzione di un gruppo coeso. Dialogando con Chiara sulle differenze di genere e sulla maggiore difficoltà che le donne incontrano per raggiungere posizioni di rilievo, riflettiamo su quanto per figure femminili sia importante resistere alla tentazione di copiare i modelli maschili, ma riconoscere che le diversità uomo-donna devono cooperare in maniera costruttiva al successo comune, apportando ciascuno le proprie specificità. Il plus delle donne è essere ispirate dalle emozioni e servirsene come motore. Per le donne, afferma inoltre Chiara, la formazione è ancora più importante perché non possono permettersi di mostrarsi impreparate: a loro si giustifica meno. Bisogna essere curiose, progettare, credere nei propri sogni e nelle proprie capacità, e, oltre a ottenere pari condizioni “ai nastri di partenza”, imparare a cercarle le opportunità! Capacità, Coraggio e Determinazione sono le chiavi per affermarsi in azienda come nella vita.  Le donne, sottolinea Chiara, soffrono spesso limiti che esse stesse si pongono, ma possono arrivare dove vogliono, seguendo il proprio personale percorso, purché abbiano chiaro il punto di arrivo, e non dimentichino il punto di partenza. Un grazie speciale a Chiara ed un grande in bocca al lupo per le sue prossime sfide tutte al femminile!

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The Magic of Christmas

“The Magic of Christmas”, l’evento organizzato da NoiD, EWMD e PWA che si è svolto il 15 dicembre a Roma, è stato allietato dall’esibizione di Gaia Vazzoler, pianista e musicologa, dal titolo “Donne in musica: spartiti senza voce”. La pianista ha offerto alla platea un’eccellente esibizione e un programma musicale originale, alla scoperta di talentuose compositrici vittime del “gender gap”, le quali dovettero affrontare tabù e pregiudizi per seguire la propria inclinazione e sviluppare il proprio talento artistico. Scopriamo in breve le storie di queste compositrici: • Nannerl Mozart: nulla ci è pervenuto della sua opera; il padre favorì il talento del figlio maschio – Wolfgang Amadeus – in maniera esclusiva arrivando a distruggere le composizioni della figlia, ritenendo sconveniente la composizione musicale per una donna. • Fanny Mendelssohn,“Andante soave”: sorella del celebre Felix, che propose di pubblicare la musica composta da lei con il proprio nome. Fanny riuscì invece a trovare un editore che pubblicasse le sue composizioni, così da conservarne memoria storica. • Maria Agatha Szymanowska, Notturno “Le murmure”: un grande esempio di emancipazione: separata, con due figlie, fu pianista concertista in tournée per l’Europa fino a stabilirsi in Russia. Prima interprete ad eseguire le composizioni a memoria, vera star internazionale che fece perdere la testa a GoethE e fu di ispirazione per il giovane Chopin. • Clara Wieck Schumann, “Piece Fugitive op 15 n. 1”: moglie devota del celebre Robert Schumann, col quale ebbe sette figli, manteneva la famiglia sfibrandosi in concerti faticosissimi. Nei pochi momenti che riusciva a dedicare alla composizione, scrisse musiche bellissime per pianoforte, orchestra e musica da camera. Tra tutte le donne compositrici è la più nota e giustamente eseguita in sale da concerto. • Cecile Chaminade Souvenance: vestale della musica, con uno stile personale dolcissimo, non si sposò mai. La famiglia di origine impedì la sua ammissione al Conservatorio, e dovette pubblicare con uno pseudonimo per i primi anni. Il suo successo fu in seguito internazionale, arrivando fino in America. Ottenne la Legion d’onore. • Melanie (Mel) Boni, Preludio op. 10: fu costretta ad utilizzare uno pseudonimo che sembrasse maschile per poter pubblicare la sua musica. Obbligata dalla famiglia ad un matrimonio di convenienza, dopo dieci anni incontrò il giovane poeta di cui era innamorata da ragazza ed ebbe una figlia con lui. La sua musica, di stampo chiaramente impressionista, è dedicata principalmente al pianoforte, ma compose anche per orchestra e musica da camera. Non sono mancati nel programma musicale della serata anche pezzi di due compositori maschili, abili nel raccontare l’universo femminile: • Rossini “Una voce poco fa” (Aria di Rosina da “Il Barbiere di Siviglia”): ritratto di una giovane donna determinata, grintosa e capace di modificare il destino e gli eventi in suo favore, senza ubbidire a nessuno. • Piazzolla “Yo soy Maria” (da “Maria de Buenos Aires”): un tango che descrive Maria, una donna libera, simbolo di sensualità e passione.

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In 150 per il primo aperitivo di networking di NoiD Telecom dopo le misure restrittive dettate dalla pandemia

Un momento di condivisione della strada fatta e di quella da percorrere. In una sera di fine settembre, sulle rive del Tevere di Roma, ospiti del Lian Bistrot, ci siamo ritrovati in 150, donne e uomini uniti dalla passione di valorizzare i talenti femminili nel Gruppo TIM e dalla voglia di rivedersi, abbracciarsi -con le dovute cautele legate alla pandemia ancora in corso-, sorridere, condividere esperienze, progetti, idee. È stata una serata piacevole, tanti sono stati i commenti positivi raccolti e le colleghe che hanno deciso di unirsi in qualità di socie, sostenitrici o simpatizzanti dell’Associazione. L’appuntamento è stato l’occasione anche per un breve ma intenso intervento di Federica Romano, ricco di spunti di riflessione, sostenuto da tutto il board dell’Associazione. Dove siamo Entusiasmo e determinazione hanno guidato NoiD Telecom dal 2012 ad oggi. Proposte innovative sono state presentate e discusse con il management di TIM, creando un Osservatorio sul Gendergap per favorire un confronto trasparente su KPI definiti. Un momento importante della crescita di NoiD è stato l’adesione a Inclusione Donna, (con noi era presente Carolina Gianardi), una estesa rete di oltre 60 associazioni in Italia, che ci ha consentito di contribuire attivamente a progetti ambiziosi come la Certificazione di Genere, i lavori del W20 e partecipare ad eventi importanti come SocialWomenTalks, tutti volti alla parità di genere quale fattore di innovazione e successo. Negli ultimi anni abbiamo accolto il supporto dei colleghi uomini interessati ai temi della parità e dell’inclusione per sostenere insieme uno stile di management orientato al merito e contribuire al cambiamento culturale verso la parità di genere in azienda. Grazie all’energia di colleghe volontarie, e con il sostegno di fondi raccolti attraverso il crowdfunding, abbiamo avviato la comunicazione su LinkedIn, Facebook e Twitter. Cosa ci aspettiamo nel prossimo futuro?  Il gap=0:  che il gendergap del Gruppo TIM si riduca fino a scomparire, che le giovani talentuose possano crescere e quelle meno giovani possano emergere con le loro capacità ed il loro contributo. Non è un sogno, non è una chimera, è una strada che tutte noi siamo pronte a percorre con determinazione ed impegno. Per raggiungere questi obiettivi la nostra Associazione promuove un confronto dialettico e propositivo con il vertice aziendale e con le istituzioni coinvolte sui temi dell’inclusione e dell’equità. Ognuna può fare la sua parte, già partendo dalla condivisione, dal far crescere l’Associazione e la sua voce. Unisciti a noi come socia, sostenitrice o simpatizzante e seguici  sulle pagine NoiD Telecom di Twitter,  LinkedIn e Facebook. Appuntamento al prossimo evento di networking, non mancare!

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Donne Digitali

Donne e Digitale, la rivoluzione silenziosa.

Il digitale al servizio della parità di genere, delle donne, della libertà. Sempre più di frequente viene alimentato il dibattito intorno alla rete non più deplorandone l’invadenza nella nostra vita pubblica e privata, ma evidenziando quanto l’uso delle nuove tecnologie riesca a modificare il nostro pensiero o, viceversa, assecondarlo al punto da amplificarne le aberrazioni. Abitudini, ricerche, desideri: ormai le nostre scelte dipendono dai percorsi abilitati sulla rete; allora diventa interessante sapere di quale sesso sia il pensiero che plasma il mondo digitale. Eh già, perché a leggere l’interessante articolo di @Riccardo Luna Le donne che stanno provando a salvare Internet, sembra che le donne abbiano avuto, specie al principio dell’era informatica, un ruolo poco rilevante nell’orchestrare il linguaggio digitale che ne determinò le regole. Riccardo si chiede se la maggior parte dei rischi, dei tranelli e delle cyberviolenze, non possa dipendere proprio da questa scarsa presenza di temi e strumenti tipici del pensiero femminile, quali l’attenzione, la protezione, la cura. La buona notizia però è che è in atto una rivoluzione: le donne si stanno rapidamente riappropriando dello spazio virtuale che è sempre più reale e sul quale si gioca il futuro della nostra civiltà etica e cibernetica. Stanno provando a coltivare, innestare e nutrire l’ambiente tipicamente maschile della rete, dalle piattaforme ai format, dai social alle applicazioni, di quel talento e di quel pensiero capace di indentificare velocemente BIAS culturali per trasformarli dall’interno, abbattendo dinamiche tossiche e penalizzanti per le donne. E non ci sono solo le esperienze di social e app quali Herd,  Block Party , Bumble; le donne, pur assenti agli albori e nei luoghi tradizionali del “mondo del web”, sono oggi sempre più presenti e non si piangono addosso, ma stanno realizzando iniziative molto interessanti. Come? Organizzando dibattiti su temi digitali in cui siano presenti in numero congruo, proponendo idee d’impresa che tengano al centro l’innovazione tecnologica, portando sul digitale il focus di una rivoluzione “smart” del mondo del lavoro che tenga conto anche, ad esempio, del tema della maternità, o utilizzando il digitale per risolvere problemi tipici delle donne, nel mondo del lavoro e in casa. E dopo il caso di Riccarda Zezza, vogliamo citare due donne diverse per formazione e generazione che eccellono nel loro ruolo di leader di progetti digitali. Flavia Marzano, Ex-Assessora di Roma Capitale per l’Innovazione e la Trasformazione Digitale, fondatrice degli Stati Generali dell’Innovazione, ideatrice della rete WISTER (Women for Intelligent and Smart Territories). Laurea Stem, Flavia Marzano ha una lunga carriera alle spalle come professoressa universitaria in varie città italiane e negli Stati Uniti, per le «Tecnologie della Pubblica Amministrazione». È sostenitrice dell’open source, si impegna ogni giorno per colmare il divario digitale e di genere. Oggi è consigliera di Olidata, azienda italiana che opera nel settore dell’ICT e vicepresidente di Eutopian, l’osservatorio europeo sull’innovazione democratica. Flavia è una “talker” di Social Women Talk primo evento di Digital Women’s Empowerment: una start up “che mette al centro le professioniste del digitale in un panorama in cui, troppo spesso, le donne non hanno palchi su cui salire o occasioni per far ascoltare la propria voce”. Laura De Dilectis 26 anni, Psicologa Clinica, tirocinante presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, è l’ideatrice di un progetto innovativo fortemente ancorato al digitale. Donnexstrada è uno dei primi progetti concreti conseguenti all’assassinio in Inghilterra della giovane donna Sarah Everard e ha l’obiettivo primario di garantire la sicurezza per tutte le donne che si muovono sole, grazie al semplice utilizzo del proprio smartphone. “Se sei per strada e non ti senti al sicuro scrivici e una di noi farà partire una diretta“. Stiamo alternando per le dirette un gruppo di ragazze attive per le ore di luce e uno per le ore notturne afferma Laura. Donnexstrada, che a oggi su Instagram conta oltre 81 mila followers, ha avviato numerose iniziative collaterali, quali uno sportello di supporto psicologico per chi ha subito abusi e violenze e, nel prossimo futuro, una mappatura delle strade di Roma, individuando le zone più a rischio, soprattutto la notte. Questo web quindi, spesso apparso come un parassita endemico che dovevamo solo imparare a tenere sotto controllo, può rivelarsi, con il contributo imprescindibile del pensiero delle donne, un luogo di confronto, uno spazio espressivo, finanche uno strumento di salvezza. di Angelica Alemanno

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Conferenza di PWA il 25 maggio 2021 alle 18.30

L’introduzione all’incontro nella TRADUZIONE a cura di NoiDTelecom dal sito di PWA. Le donne, in tutto il mondo e in tutte le culture, hanno tradizionalmente svolto la maggior parte del lavoro di cura (ad esempio verso bambini, anziani e persone con disabilità in famiglia) senza essere pagate e senza avere il supporto di adeguate infrastrutture di assistenza (inclusi asili nido e case di cura). Le donne ricoprono  un numero inferiore di posizioni apicali in azienda, e in media sono pagate il 20% in meno degli uomini per svolgere lo stesso lavoro. D’altra parte invece, le troviamo più numerose nel lavoro in nero, occasionale e part-time, nonché nelle catene di approvvigionamento di numerosi settori: per questa ragione sono più vulnerabili allo sfruttamento, agli abusi e ai cambiamenti tecnologici. Non ultimo occorre considerare che le donne italiane sono tra le categorie più danneggiate dalla crisi economica generata dall’attuale pandemia. Secondo un recente rapporto ISTAT, da febbraio 2020 (data di inizio dell’emergenza sanitaria) a dicembre 2020, e nonostante il blocco della cassa integrazione imposto dal governo italiano, l’occupazione è scesa di ben 426 mila posti. Le categorie che hanno sofferto di più sono le categorie di lavoratrici autonome o con rapporti di lavoro a tempo determinato, di età compresa tra i 25 ei 49 anni. Ma perché le donne continuano a pagare un prezzo così alto? Uno dei motivi principali è che le leggi, i regolamenti e le politiche italiane spesso non riescono a riconoscere e integrare l’effettivo valore economico del contributo di genere, determinando in ultima analisi una notevole perdita per l’Italia e la sua economia. L’Italia può rinunciare a una fetta di PIL non generata? Cosa sta facendo il Paese per promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità delle donne e dei giovani? Secondo alcuni studi, se il tasso di occupazione femminile in Italia fosse uguale a quello degli uomini, il PIL del Paese sarebbe di circa 88 miliardi superiore al valore attuale. Allo stesso modo, è stato dimostrato che una maggiore presenza di donne nelle imprese potrebbe avere un impatto positivo significativo sul loro profitto. Ad esempio, è stato stimato che la presenza di donne in ruoli senior può aumentare il fatturato delle aziende di circa il 5%. Come sappiamo, di recente, è stata presentata una nuova bozza di Recovery Plan (“Plan” o “PNNR”). Lo scopo ultimo del Piano è promuovere la ripresa economica dell’Italia iniettando investimenti in sei aree considerate essenziali in questa misura, tra cui l’occupazione e l’imprenditorialità femminile e giovanile.  In particolare, il Piano prevede: 22,4 miliardi di euro da stanziare per “inclusione e coesione” (di cui 19,8 miliardi dal Recovery and Resilience Device e 2,6 miliardi dal Fondo); l’obbligo per le aziende di assumere donne e giovani per avere accesso ai finanziamenti; la creazione di un “Fondo Impresa Donna” per promuovere l’imprenditorialità femminile; e misure volte ad ampliare l’offerta e potenziare gli  asili nido e migliorare l’assistenza agli anziani e ai disabili. Ma queste misure sono davvero sufficienti e adeguate per recuperare l’effettivo valore economico dell’occupazione femminile e giovanile? Questi e altri temi saranno discussi alla prossima conferenza di PWA il 25 maggio alle 18.30, ora italiana Per iscriverti alla Conference clicca qui e vai a fondo pagina.

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MAAM come usare le soft skills della maternità in azienda

Festa della Mamma: una ricorrenza speciale per le mamme. E per le Aziende.

Il welfare aziendale scopre l’acqua calda. Finalmente le Aziende  riflettono e sperimentano  quanto di più elementare e trascurato l’economia occidentale abbia da sempre in grembo: la potenza della maternità quale risorsa sociale ed economica imprescindibile. Eh sì perché ad essere madri si imparano cose che è molto difficile insegnare a chi non ne ha (ancora?) avuto esperienza, compresi gli uomini. E ciò che scopriamo ora è che queste abilità servono anche al di fuori del nucleo genitoriale, ovvero nel mondo del lavoro in generale e, nello specifico, in Azienda. A restituirci questo nuovo paradigma è l’osservazione attenta di Riccarda Zezza, ceo di Lifeed, che da anni ormai si concentra proprio sulla coniugazione di due verbi che ha imparato a declinare divenendo madre di due bambini: amare e lavorare. La sua idea di base è che la maternità non possa e non debba essere concepita come un’interruzione della vita lavorativa di una donna, ma anzi come un luogo speciale in cui apprendere competenze che nessun’altra esperienza della vita ti può dare, abilità che è possibile investire nel mondo del lavoro, che le Aziende stesse possono aspirare di acquisire ed “insegnare”. Maternità come fucina di apprendimento, un vero e proprio Master. Riccarda Zezza ci ha scritto anche un libro: MAAM La Maternità è un master, che rende più forti uomini e donne. Ce lo spiega in una recente intervista di Enrica Majo andata in onda nello Speciale Tg1 del 2 maggio scorso. La maternità è un vero e proprio master in una serie di capacità che sono essenziali proprio sul lavoro. Io stessa credevo che diventare madre mi avrebbe “rallentata”, e invece esercitando il mio ruolo genitoriale, fin da subito, allenavo tutta una serie di abilità, l’ascolto, l’empatia, la gestione del tempo. Tutto ciò che in effetti anche sul lavoro mi veniva richiesto. Allora mi sono chiesta perché il mondo delle aziende non vede che questa mia maternità non rallenta la mia carriera ma anzi, mi rende ancora più brava! La chiave di tutto sta nel fatto che quando si diventa madri, il nostro sguardo sul mondo si amplia moltissimo, perché l’orizzonte temporale su cui riflette e per il quale progettare vanno all’improvviso oltre la nostra stessa vita. Questo straordinario cambio di prospettiva non solo rende le donne madri più forti e “potenti”, ma ci mostra come le donne possano farsi guida per quegli “uomini” che non hanno maturato in sé certe specifiche competenze. La riflessione si fa dunque inclusiva e parte dal valore della maternità per rintracciare e promuovere le buone pratiche che questa ha radicato nelle donne, al fine di rilanciarle in tutte le situazioni di collaborazione verso un obiettivo condiviso, come ad esempio il rapporto professionale tra responsabile e collaboratori. Una grande metafora che mira a riscoprire gli aspetti empatici ed umani del mondo del lavoro: una direzione diametralmente opposta a quella cui rischia di condurci lo smartworking, fatto spesso di distanza e anonimato. Ma Riccarda Zezza non vuole costruire alcuna mitologia attorno alla maternità: diventare madri è un passaggio come molti altri nella vita, come ad esempio l’impegno nella cura dei genitori, che implica una sfida, ovvero quella particolare condizione in cui siamo costrette ad abbandonare la nostra zona di confort per ricominciare ad imparare, a metterci in gioco, e abbiamo la possibilità di fare dei cambiamenti radicali, quegli stessi cambiamenti che spesso e volentieri, e la pandemia ce lo ha insegnato, anche le Aziende sono costrette a fare, allenandosi a “gestire tempeste”. È così che la cultura aziendale non ha altro che da guadagnarci ad “adottare” il modello, partendo proprio dalle specifiche soft skills che questa esperienza ci dona, tra cui capacità di cura, ascolto, pazienza, flessibilità, esercizio allo sforzo, perfezionamento continuo nelle pratiche concrete. Ed ecco che appena vediamo all’orizzonte il superamento della maternità come limite, subito emerge come necessario il passaggio successivo: se non è un limite ma una potenzialità, non solo per le donne in azienda, ma anche per le Aziende stesse, perché non favorire la maternità, rendendola parte integrante di uno sviluppo economico che può solo guadagnare da una sua scelta consapevole da parte delle lavoratrici? E quale altro benefit ne deriverebbe a valorizzare questo circolo virtuoso? Ma naturalmente l’aumento di natalità contro l’altro sintomo sinistro, quello del crollo delle nascite, che serpeggia in seno a questa situazione emergenziale. Dai dati Istat 2020 arrivano infatti le conferme: il declino risulta costante, 746 mila morti e solo 404 mila nati. Bonus bebé, prolungamento del congedo parentale (almeno un anno), congedi anche per i papà, garanzia della conservazione del posto di lavoro, part time senza obbligo di presenza con la retribuzione al 30%. Capovolgere l’idea che creare una famiglia sia uno sforzo per la società del lavoro, ma evidenziare come possa essere una opportunità, una ricchezza, rimettendo al primo posto gli affetti e la cura: una nuova idea di Welfare. di Angelica Alemanno SMM Per approfondire i temi trattati in questo articolo: Interessante intervista per approfondire metodo e obiettivi del Master MAAM Sulla maternità pari condizioni tra uomo e donna Di cosa si occupa l’Azienda Lifeed di Riccarda Zezza MAAM, la maternità è un master, di Andrea Vitullo e Riccarda Zezza Lavoro, smettiamo di trattare i dipendenti come adolescenti SONDAGGIO LIFEED: Sei donna, hai figli e lavori nel 2021? Questo sondaggio è per te. Per chi volesse seguire i post LinkedIn di Riccarda Zezza: un articolo tematico sull’Avvenire.

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Necessari strumenti oggettivi per valutare l’impatto delle politiche di genere

Lo scorso 13 aprile si è svolta l’interessante web live conference “Parità di genere: da tatticismo ad approccio sistemico”, organizzata da Studi Americani sul proprio canale YouTube in collaborazione con #InclusioneDonna. Apre l’incontro Carlotta Ventura, former Director del Centro Studi Americani cui segue l’introduzione chiara ed efficace di Sila Mochi, coordinatrice di #InclusioneDonna. Sono intervenuti Elena Bonetti, Ministra per le #PariOpportunità e la Famiglia il cui intervento è stato iconizzato da più fonti con la frase “Serve assumere un approccio sistemico nel trattare la parità di genere riconoscendola come elemento costitutivo dello sviluppo sostenibile e possibile del nostro Paese”.  Segue poi Federiga Bindi, Senior Fellow, Institute for Women’s Policy Research e Maria Cecilia Guerra, Sottosegretaria di Stato al #Ministerodell’Economia e delle Finanze. Quest’ultima afferma che “Occorre fare grandi passi e il Bilancio di Genere è uno strumento di partenza da potenziare abbinandolo ad un monitoraggio dell’impatto delle politiche sulla discriminazione di genere attraverso indicatori tempestivi e articolati”. Un intervento focalizzato sulla situazione culturale italiana del mondo del #lavoro femminile e sul necessario abbattimento di alcuni #stereotipidi genere per consentire non solo il lavoro alle donne, ma anche la loro carriera. A prendere parte ai lavori anche Antonio Polito, Editorialista del Corriere della Sera, che con il suo breve intervento ha arricchito il panel anche di una presenza maschile, punto di vista necessario per un vero cambiamento consapevole e condiviso sulle politiche di genere. L’intera conference è ben riassunta nel .pdf che vi alleghiamo, intendendo porre l’accento sull’aspetto che sta più a cuore a NoiDTelecom, ovvero la necessità di costruire “indicatori tempestivi e articolati”, citati da tutte le relatrici compresa la Ministra. Dotare cioè tanto il Governo quanto le Aziende, pubbliche e private, di quegli strumenti per la raccolta dei dati oggettivi al fine di valutare non solo la fattibilità delle politiche di genere, ma la loro ricaduta effettiva sul piano dell’occupazione femminile. Quello che è stato suggerito alla Ministra Bonetti da Sila Mochi di #Inclusionedonna è l’istituzione di una Commissione Parlamentale bicamerale per le Pari Opportunità che superi i limiti del semplice Osservatorio. Questa Commissione dovrà dotarsi, esattamente come NoiDTelecom ritiene necessario all’interno delle Aziende, di uno strumento di business intelligence capace di dare visibilità integrata alla miriade di dati disponibili ma frammentati in diverse fonti e di misurare l’effettiva evoluzione delle presenze delle donne nella società (dal mondo del lavoro a quello della politica e dell’economia). Nelle imprese, vorremmo aggiungere, dovrebbero valutare l’effettiva presenza femminile in tutti i ruoli professionali della piramide gestionale. Sulla dotazione di questo strumento necessario e sui criteri valutativi, NoiDTelecom volge l’attenzione soprattutto in vista del recente avvio del Tavolo dell’UNI per la creazione di una certificazione aziendale orientata al medesimo scopo. Per NoiDTelecom il Bilancio di Genere comincia da qui. PAROLA CHIAVE = BILANCIO DI GENERE Alla base del Bilancio di Genere vi è la considerazione che esistono differenze tra uomini e donne per quanto riguarda le esigenze, le condizioni, i percorsi, le opportunità di vita, di lavoro e di partecipazione ai processi decisionali e che quindi, le politiche non siano neutre rispetto al genere ma al contrario determinino un impatto differenziato su uomini e donne. L’Unione Europea ha recepito le indicazioni e la prospettiva della Conferenza di Pechino (1995) ed in particolare dal 2001 ha iniziato ad impegnarsi nella diffusione e promozione del bilancio di genere, inserendo tale strumento in un più ampio quadro di iniziative per le pari opportunità. In Italia, a differenza degli altri Paesi dove le iniziative di gender budgeting sono state realizzate a livello nazionale, le prime sperimentazioni in bilancio di genere sono partite dagli enti locali, soprattutto dalle Province e dai Comuni, a partire da Modena in Emilia Romagna. Manca ancora il riconoscimento a livello nazionale, solo alcuni primi passi sono stati compiuti, come l’inserimento e il perfezionamento del Bilancio di Genere tra gli obiettivi del governo Draghi. Per chi volesse approfondire abbiamo caricato il documento di sintesi della Web Conference. .Angelica Alemanno

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