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Il decennale di NoiD, le riflessioni della Presidente Cristina Carollo

Ieri l’AD di TIM Pietro Labriola ha annunciato il percorso di riassetto del Gruppo, dando vita ad un progetto ambizioso e necessario che solo qualche mese fa sembrava impossibile. Abbiamo avuto il piacere di ospitare Pietro Labriola qualche giorno fa alla festa per il decimo anniversario di NoiD Telecom, che ha visto anche una ampia partecipazione di colleghe e colleghi; e anche questo qualche mese fa non era prevedibile. Fino a qualche anno fa le discussioni sul gap di genere erano materia da accademici, roba da circolo Pickwick: nessuno ammetteva che ci fosse un problema e di conseguenza nessuno credeva che il problema fosse da risolvere. Oggi le cose sono cambiate, si è alzata l’attenzione su questi temi, non solo a livello nazionale, ma mettere in campo azioni concrete sulla equità di genere richiede ancora sofferti compromessi. Le azioni non sono spontanee e richiedono l’introduzione di direttive, come ha dimostrato la recente approvazione in Commissione Europea del progetto sulla parità di genere presentato per la prima volta proprio 10 anni fa nel 2012.   Le donne si rendono conto delle difficoltà che certi percorsi hanno in sé, e delle resistenze che si attivano. Le professioniste di NoiD sanno che TIM sta intraprendendo un percorso di enorme portata: guardano con responsabilità a questo percorso pronte a fare la loro parte e consapevoli che il riassetto è assolutamente necessario e non più rinviabile. Anzi vedono in questa discontinuità un’opportunità. Spesso sono i salti che liberano energie e rendono possibile ciò che prima non lo era: guardate cosa è successo con la pandemia e lo smartworking, che relazione pazzesca fra necessità e opportunità si è creata, nonostante l’urgenza, si sono superate le precedenti resistenze con risultati straordinari, che hanno portato ad una evoluzione, ad un punto di non ritorno su alcune prassi ed abitudini. E’, perciò, importante che le cose urgenti non abbiano il sopravvento sulle cose importanti (D.Eisenhower); e cioè che nella complessità del percorso e nell’indirizzare i vari obiettivi di business non si perda di vista l’obiettivo della parità di genere, che significa avere più donne nell’organizzazione e che queste donne siano pagate come gli uomini: questo le donne di NoiD si aspettano dal piano di riassetto e questo deve accompagnare i piani operativi che orienteranno il nostro quotidiano. Cristina Carollo

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Festa 10 anni NoiD

Grande successo ieri sera alla celebrazione per i 10 anni di NoiD Telecom. Momenti emozionanti nel ripercorrere le tappe di una associazione che ha precorso i tempi affrontando sin dal 2012 i dibattiti di genere, divenuti oggi di grande attualità. Valori che uniscono da sempre le sostenitrici dell’Associazione NoiD nel perseguire un obiettivo comune: promuovere il valore della donna nei ruoli manageriali all’interno della azienda. Ospite d’eccezione, Pietro Labriola, AD di TIM, che con la sua partecipazione ha voluto valorizzare il dialogo con NoiD e le imminenti novità che ci saranno in TIM per ridurre il #gendergap

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Due chiacchiere al femminile con Chiara Soldati: “Power skill della leadership femminile”

Sul tema #leadership al #femminile, NoiD Telecom ha incontrato Chiara Soldati, produttrice del vino d’eccellenza Gavi e alla guida dell’azienda di famiglia La Scolca. Capacità, Coraggio e Determinazione sono per Chiara i fattori abilitanti per permettere alle donne di affermarsi nel mondo del lavoro superando la disparità di genere. Lo scambio di riflessioni con Chiara sul suo percorso professionale e la condivisione delle sue esperienze come donna e come imprenditrice, vogliono essere di ispirazione per le donne dell’associazione, e non solo, sulla #leadership al #femminile. Chiara Soldati, un bel sorriso aperto e grintoso che ispira fiducia. Già da bambina, respirando il profumo del vino fra i filari e le cantine, si appassiona alla produzione del vino. Si dedica con passione anche alla sua formazione scolastica e, dopo gli studi classici, sceglie un indirizzo giuridico economico. Nel 1993, a soli 18 anni, è già nell’azienda di famiglia. Nel frattempo pratica sci a livello agonistico; la disciplina sportiva le insegna a rialzarsi dopo le cadute, la prepara ad affrontare le sfide della vita e della professione. A 25 anni è rappresentante dell’imprenditoria femminile e supporta lo sviluppo multifunzionale delle attività rurali; oggi fa parte del consiglio di Confagricoltura ed è presidente del Movimento Turismo del Vino Piemonte. Ha prestato il suo impegno in diversi settori: enoturistico, sociale e per la parità di genere. Si è dedicata alla promozione del turismo nella sua regione, la Liguria, al recupero e conservazione dei beni artistici e culturali del Territorio, come consigliera FAI, alla divulgazione del patrimonio letterario e culturale, come rappresentante MIUR nel CDA del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova; nel 2019 è stata nominata consigliere dell’Associazione Internazionale, con sede negli Stati Uniti, Women of the Wine & Spirits. Nella convinzione che i progetti si realizzino con risultati migliori valorizzando le sinergie e le diverse componenti, la condivisione delle competenze e delle esperienze, la capacità di mediazione, l’attenzione a prevenire e mitigare gli attriti con sensibilità, caratteristiche tipiche della leadership femminile, le hanno consentito di affermarsi in un mondo, quale quello dell’agricoltura, prevalentemente maschile. Chiara, nella sua azienda, ha un team formato al 50% da uomini e al 50% da donne; è una squadra motivata dall’orientamento al risultato comune e condiviso, dal rispetto delle caratteristiche di ciascuno, qualità su cui si fonda un rapporto di fiducia reciproco. La sensibilità di una donna “capo” è un fattore agevolante nella costruzione di un gruppo coeso. Dialogando con Chiara sulle differenze di genere e sulla maggiore difficoltà che le donne incontrano per raggiungere posizioni di rilievo, riflettiamo su quanto per figure femminili sia importante resistere alla tentazione di copiare i modelli maschili, ma riconoscere che le diversità uomo-donna devono cooperare in maniera costruttiva al successo comune, apportando ciascuno le proprie specificità. Il plus delle donne è essere ispirate dalle emozioni e servirsene come motore. Per le donne, afferma inoltre Chiara, la formazione è ancora più importante perché non possono permettersi di mostrarsi impreparate: a loro si giustifica meno. Bisogna essere curiose, progettare, credere nei propri sogni e nelle proprie capacità, e, oltre a ottenere pari condizioni “ai nastri di partenza”, imparare a cercarle le opportunità! Capacità, Coraggio e Determinazione sono le chiavi per affermarsi in azienda come nella vita.  Le donne, sottolinea Chiara, soffrono spesso limiti che esse stesse si pongono, ma possono arrivare dove vogliono, seguendo il proprio personale percorso, purché abbiano chiaro il punto di arrivo, e non dimentichino il punto di partenza. Un grazie speciale a Chiara ed un grande in bocca al lupo per le sue prossime sfide tutte al femminile!

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The Magic of Christmas

“The Magic of Christmas”, l’evento organizzato da NoiD, EWMD e PWA che si è svolto il 15 dicembre a Roma, è stato allietato dall’esibizione di Gaia Vazzoler, pianista e musicologa, dal titolo “Donne in musica: spartiti senza voce”. La pianista ha offerto alla platea un’eccellente esibizione e un programma musicale originale, alla scoperta di talentuose compositrici vittime del “gender gap”, le quali dovettero affrontare tabù e pregiudizi per seguire la propria inclinazione e sviluppare il proprio talento artistico. Scopriamo in breve le storie di queste compositrici: • Nannerl Mozart: nulla ci è pervenuto della sua opera; il padre favorì il talento del figlio maschio – Wolfgang Amadeus – in maniera esclusiva arrivando a distruggere le composizioni della figlia, ritenendo sconveniente la composizione musicale per una donna. • Fanny Mendelssohn,“Andante soave”: sorella del celebre Felix, che propose di pubblicare la musica composta da lei con il proprio nome. Fanny riuscì invece a trovare un editore che pubblicasse le sue composizioni, così da conservarne memoria storica. • Maria Agatha Szymanowska, Notturno “Le murmure”: un grande esempio di emancipazione: separata, con due figlie, fu pianista concertista in tournée per l’Europa fino a stabilirsi in Russia. Prima interprete ad eseguire le composizioni a memoria, vera star internazionale che fece perdere la testa a GoethE e fu di ispirazione per il giovane Chopin. • Clara Wieck Schumann, “Piece Fugitive op 15 n. 1”: moglie devota del celebre Robert Schumann, col quale ebbe sette figli, manteneva la famiglia sfibrandosi in concerti faticosissimi. Nei pochi momenti che riusciva a dedicare alla composizione, scrisse musiche bellissime per pianoforte, orchestra e musica da camera. Tra tutte le donne compositrici è la più nota e giustamente eseguita in sale da concerto. • Cecile Chaminade Souvenance: vestale della musica, con uno stile personale dolcissimo, non si sposò mai. La famiglia di origine impedì la sua ammissione al Conservatorio, e dovette pubblicare con uno pseudonimo per i primi anni. Il suo successo fu in seguito internazionale, arrivando fino in America. Ottenne la Legion d’onore. • Melanie (Mel) Boni, Preludio op. 10: fu costretta ad utilizzare uno pseudonimo che sembrasse maschile per poter pubblicare la sua musica. Obbligata dalla famiglia ad un matrimonio di convenienza, dopo dieci anni incontrò il giovane poeta di cui era innamorata da ragazza ed ebbe una figlia con lui. La sua musica, di stampo chiaramente impressionista, è dedicata principalmente al pianoforte, ma compose anche per orchestra e musica da camera. Non sono mancati nel programma musicale della serata anche pezzi di due compositori maschili, abili nel raccontare l’universo femminile: • Rossini “Una voce poco fa” (Aria di Rosina da “Il Barbiere di Siviglia”): ritratto di una giovane donna determinata, grintosa e capace di modificare il destino e gli eventi in suo favore, senza ubbidire a nessuno. • Piazzolla “Yo soy Maria” (da “Maria de Buenos Aires”): un tango che descrive Maria, una donna libera, simbolo di sensualità e passione.

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Donne Digitali

Donne e Digitale, la rivoluzione silenziosa.

Il digitale al servizio della parità di genere, delle donne, della libertà. Sempre più di frequente viene alimentato il dibattito intorno alla rete non più deplorandone l’invadenza nella nostra vita pubblica e privata, ma evidenziando quanto l’uso delle nuove tecnologie riesca a modificare il nostro pensiero o, viceversa, assecondarlo al punto da amplificarne le aberrazioni. Abitudini, ricerche, desideri: ormai le nostre scelte dipendono dai percorsi abilitati sulla rete; allora diventa interessante sapere di quale sesso sia il pensiero che plasma il mondo digitale. Eh già, perché a leggere l’interessante articolo di @Riccardo Luna Le donne che stanno provando a salvare Internet, sembra che le donne abbiano avuto, specie al principio dell’era informatica, un ruolo poco rilevante nell’orchestrare il linguaggio digitale che ne determinò le regole. Riccardo si chiede se la maggior parte dei rischi, dei tranelli e delle cyberviolenze, non possa dipendere proprio da questa scarsa presenza di temi e strumenti tipici del pensiero femminile, quali l’attenzione, la protezione, la cura. La buona notizia però è che è in atto una rivoluzione: le donne si stanno rapidamente riappropriando dello spazio virtuale che è sempre più reale e sul quale si gioca il futuro della nostra civiltà etica e cibernetica. Stanno provando a coltivare, innestare e nutrire l’ambiente tipicamente maschile della rete, dalle piattaforme ai format, dai social alle applicazioni, di quel talento e di quel pensiero capace di indentificare velocemente BIAS culturali per trasformarli dall’interno, abbattendo dinamiche tossiche e penalizzanti per le donne. E non ci sono solo le esperienze di social e app quali Herd,  Block Party , Bumble; le donne, pur assenti agli albori e nei luoghi tradizionali del “mondo del web”, sono oggi sempre più presenti e non si piangono addosso, ma stanno realizzando iniziative molto interessanti. Come? Organizzando dibattiti su temi digitali in cui siano presenti in numero congruo, proponendo idee d’impresa che tengano al centro l’innovazione tecnologica, portando sul digitale il focus di una rivoluzione “smart” del mondo del lavoro che tenga conto anche, ad esempio, del tema della maternità, o utilizzando il digitale per risolvere problemi tipici delle donne, nel mondo del lavoro e in casa. E dopo il caso di Riccarda Zezza, vogliamo citare due donne diverse per formazione e generazione che eccellono nel loro ruolo di leader di progetti digitali. Flavia Marzano, Ex-Assessora di Roma Capitale per l’Innovazione e la Trasformazione Digitale, fondatrice degli Stati Generali dell’Innovazione, ideatrice della rete WISTER (Women for Intelligent and Smart Territories). Laurea Stem, Flavia Marzano ha una lunga carriera alle spalle come professoressa universitaria in varie città italiane e negli Stati Uniti, per le «Tecnologie della Pubblica Amministrazione». È sostenitrice dell’open source, si impegna ogni giorno per colmare il divario digitale e di genere. Oggi è consigliera di Olidata, azienda italiana che opera nel settore dell’ICT e vicepresidente di Eutopian, l’osservatorio europeo sull’innovazione democratica. Flavia è una “talker” di Social Women Talk primo evento di Digital Women’s Empowerment: una start up “che mette al centro le professioniste del digitale in un panorama in cui, troppo spesso, le donne non hanno palchi su cui salire o occasioni per far ascoltare la propria voce”. Laura De Dilectis 26 anni, Psicologa Clinica, tirocinante presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, è l’ideatrice di un progetto innovativo fortemente ancorato al digitale. Donnexstrada è uno dei primi progetti concreti conseguenti all’assassinio in Inghilterra della giovane donna Sarah Everard e ha l’obiettivo primario di garantire la sicurezza per tutte le donne che si muovono sole, grazie al semplice utilizzo del proprio smartphone. “Se sei per strada e non ti senti al sicuro scrivici e una di noi farà partire una diretta“. Stiamo alternando per le dirette un gruppo di ragazze attive per le ore di luce e uno per le ore notturne afferma Laura. Donnexstrada, che a oggi su Instagram conta oltre 81 mila followers, ha avviato numerose iniziative collaterali, quali uno sportello di supporto psicologico per chi ha subito abusi e violenze e, nel prossimo futuro, una mappatura delle strade di Roma, individuando le zone più a rischio, soprattutto la notte. Questo web quindi, spesso apparso come un parassita endemico che dovevamo solo imparare a tenere sotto controllo, può rivelarsi, con il contributo imprescindibile del pensiero delle donne, un luogo di confronto, uno spazio espressivo, finanche uno strumento di salvezza. di Angelica Alemanno

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Conferenza di PWA il 25 maggio 2021 alle 18.30

L’introduzione all’incontro nella TRADUZIONE a cura di NoiDTelecom dal sito di PWA. Le donne, in tutto il mondo e in tutte le culture, hanno tradizionalmente svolto la maggior parte del lavoro di cura (ad esempio verso bambini, anziani e persone con disabilità in famiglia) senza essere pagate e senza avere il supporto di adeguate infrastrutture di assistenza (inclusi asili nido e case di cura). Le donne ricoprono  un numero inferiore di posizioni apicali in azienda, e in media sono pagate il 20% in meno degli uomini per svolgere lo stesso lavoro. D’altra parte invece, le troviamo più numerose nel lavoro in nero, occasionale e part-time, nonché nelle catene di approvvigionamento di numerosi settori: per questa ragione sono più vulnerabili allo sfruttamento, agli abusi e ai cambiamenti tecnologici. Non ultimo occorre considerare che le donne italiane sono tra le categorie più danneggiate dalla crisi economica generata dall’attuale pandemia. Secondo un recente rapporto ISTAT, da febbraio 2020 (data di inizio dell’emergenza sanitaria) a dicembre 2020, e nonostante il blocco della cassa integrazione imposto dal governo italiano, l’occupazione è scesa di ben 426 mila posti. Le categorie che hanno sofferto di più sono le categorie di lavoratrici autonome o con rapporti di lavoro a tempo determinato, di età compresa tra i 25 ei 49 anni. Ma perché le donne continuano a pagare un prezzo così alto? Uno dei motivi principali è che le leggi, i regolamenti e le politiche italiane spesso non riescono a riconoscere e integrare l’effettivo valore economico del contributo di genere, determinando in ultima analisi una notevole perdita per l’Italia e la sua economia. L’Italia può rinunciare a una fetta di PIL non generata? Cosa sta facendo il Paese per promuovere l’occupazione e l’imprenditorialità delle donne e dei giovani? Secondo alcuni studi, se il tasso di occupazione femminile in Italia fosse uguale a quello degli uomini, il PIL del Paese sarebbe di circa 88 miliardi superiore al valore attuale. Allo stesso modo, è stato dimostrato che una maggiore presenza di donne nelle imprese potrebbe avere un impatto positivo significativo sul loro profitto. Ad esempio, è stato stimato che la presenza di donne in ruoli senior può aumentare il fatturato delle aziende di circa il 5%. Come sappiamo, di recente, è stata presentata una nuova bozza di Recovery Plan (“Plan” o “PNNR”). Lo scopo ultimo del Piano è promuovere la ripresa economica dell’Italia iniettando investimenti in sei aree considerate essenziali in questa misura, tra cui l’occupazione e l’imprenditorialità femminile e giovanile.  In particolare, il Piano prevede: 22,4 miliardi di euro da stanziare per “inclusione e coesione” (di cui 19,8 miliardi dal Recovery and Resilience Device e 2,6 miliardi dal Fondo); l’obbligo per le aziende di assumere donne e giovani per avere accesso ai finanziamenti; la creazione di un “Fondo Impresa Donna” per promuovere l’imprenditorialità femminile; e misure volte ad ampliare l’offerta e potenziare gli  asili nido e migliorare l’assistenza agli anziani e ai disabili. Ma queste misure sono davvero sufficienti e adeguate per recuperare l’effettivo valore economico dell’occupazione femminile e giovanile? Questi e altri temi saranno discussi alla prossima conferenza di PWA il 25 maggio alle 18.30, ora italiana Per iscriverti alla Conference clicca qui e vai a fondo pagina.

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Le 10 istanze di #InclusioneDonna

Il 17 ottobre #InclusioneDonna, che oggi conta più di 50 associazioni in rappresentanza di circa 40.000 donne, ha organizzato il convegno ‘Meno occupate, meno pagate. Donne e lavoro in Italia’, in occasione del quale sono state consegnate le 10 istanze del programma di superamento del gender gap alle politiche presenti: la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente, la deputata Pd Marina Berlinghieri e la sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde del M5S. NoiD ha aderito a #InclusioneDonna fin dall’inizio perché crediamo nel valore del network femminile, nella condivisione delle esperienze e dei percorsi che ciascuna di noi ha fatto. Siamo convinte che il superamento del gender gap debba essere un tema prioritario per le Aziende e per il Paese perché, oltre ad essere un obiettivo di equità, porta a migliori risultati di business e ad una crescita dell’economia, come molti studi ormai hanno dimostrato. Rappresentate da Carla Nisio, abbiamo partecipato attivamente al tavolo di discussione raccontando la nostra esperienza e portando il nostro contributo in termini di osservatorio e proposte. NoiD ha evidenziato che, per innescare un cambiamento nelle aziende, sono necessari strumenti legislativi analoghi a quello sancito dalla Golfo-Mosca per i CDA. Il CDA di Telecom è composto al 40% da donne, ma questa proporzione non si è propagata nei diversi livelli del management. NoiD, tra le 10 istanze promosse, ha evidenziato quella che chiede al Governo e al Parlamento normative che impongano alle aziende obiettivi chiari di superamento del gap, con previsione di penali in caso di mancato rispetto dei termini e di premi e agevolazioni nei casi più meritevoli. Crediamo che questa forte mozione comune non possa rimanere inascoltata.

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Noi D partecipa alla Race for The Cure

Anche quest’anno, Noi D partecipa alla Race for the Cure, la manifestazione per la lotta ai tumori al seno, in collaborazione con la funzione People Caring di Tim e con tutta la squadra dei Tim Runners! La manifestazione si terrà in diverse città italiane nelle seguenti date: Roma: dal 17 al 20 Maggio al Circo Massimo. La corsa/passeggiata sarà domenica 20 alle 10. Bari: dal 25 al 27 Maggio in piazza Prefettura . La corsa/passeggiata sarà domenica 27 alle 10. Bologna: dal 21 al 23 Settembre ai Giardini Margherita. La corsa/passeggiata sarà domenica 23 alle 10. Brescia: dal 5 al 7 Ottobre in piazza Loggia. La corsa/passeggiata sarà domenica 7 alle 10.   Il motto della Race for the Cure 2018 è DONA.AGISCI.PARTECIPA! DONA: è possibile fare una donazione, anche se non si potrà poi partecipare personalmente alla manifestazione, ed aiutare così a portare Prevenzione, Salute e Cura a chi ne ha bisogno AGISCI: promuoviamo la manifestazione facendo aderire familiari e amici alla squadra TIM Runners PARTECIPA: partecipando alla manifestazione con una donazione minima di 15€ si sosterranno i progetti di Komen Italia nella lotta al tumore al seno Grazie ai fondi raccolti con la Race for the Cure 2017, dal 01 Marzo 2018 sono stati avviati ben 58 progetti. Ecco i numeri di Komen Italia

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Le “donne in carriera” in TIM e nell’industria

Importanti risultati dell’attività di NoiD con HR: il Sole 24 ore offre vetrina e approfondimenti riguardo al gap di genere “In Tim meno di un dirigente su 5 è donna, ma in futuro la percentuale salirà” e per la prima volta l’azienda diffonde alcune misure ufficiali che ricalcano l’analisi fatta da NoiD “Oggi il 32% dei dipendenti del gruppo in Italia è donna, mentre la percentuale femminile dei dirigenti è del 17%, quasi 1 su 5.” “Quanto più un’azienda è consapevole che, per essere efficace e soddisfare i propri clienti, deve partire dalle persone che la popolano e le mette in condizione di potere esprimere se stesse, quanto più l’inclusione entra nell’agenda di quell’azienda”. Ne è convinto Andrea Iapichino, responsabile People Caring di Tim. L’amministratore delegato Amos Genish lo ha confermato parlando alla “Tim Equity & Inclusion Week….”. ”…Dall’11 al 15 dicembre TIM si è impegnata nella “TIM Equity & Inclusion Week”, una settimana dedicata all’inclusione e alla valorizzazione delle diversità. La manifestazione ha coinvolto 18 città, 40 sedi aziendali e 3mila dipendenti.…“. “ All’interno di Tim è nata l’associazione NoiD che punta a valorizzare uno stile di management inclusivo e orientato al merito. “ Vai all’articolo integrale Anche il Corriere della Sera  con un lungo articolo i giorni scorsi affronta la questione manageriale al femminile e il divario negli stipendi tra uomo e donna. Analisi inesorabile che fotografa un divario di busta paga che si acuisce per impiegati, quadri e dirigenti donne. Confortante citare casi virtuosi quali quello riportato da la Repubblica riguardo Citigroup, la più grande banca americana, che si propone di annullare le differenze retributive tra donne e uomini, ampliando a tutte i paesi in cui opera il bilancio di “genere” già attivo al momento in USA, Germania e Gran Bretagna.  

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