Nome dell'autore: noiD Editore

30 Maggio Meeting Noi D

Il 30 maggio a Roma, presso la cornice tranquilla e rilassante del Verde Bistrot, si è tenuto il meeting di NoiD. Hanno partecipato associate e  simpatizzanti  per condividere le novità e i risultati del percorso avviato ad inizio anno con una lettera all’AD, che rendeva operativa l’idea fondante dell’associazione: portare le donne nei ruoli di decisione. Serata perfetta: cielo sereno, rinfresco nel verde, lontano dal clamore. Scenografia: striscione NoiD, e grazioso allestimento delle spillette di NoiD donate alle partecipanti.   La presidente dell’associazione ha raccontato dell’incontro col responsabile HR, nel corso del quale sono state condivisi i temi del gender gap, in particolare metodi di misurazione e iniziative tese al  bilanciamento, e ha sottolineato la preziosa opportunità di potenziare il Networking esterno dell’associazione, coltivando i contatti con le associazioni “amiche”.   Bellissima serata, stiamo già pensando alla prossima….  

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Noi D festa d’Autunno

Il 16 novembre scorso ci siamo incontrate in una location magica nel cuore di Roma, Borgo Ripa, sulle sponde del Tevere, residenza di Donna Olimpia Pamphili nel 1600, per trascorrere insieme una serata confrontandoci sui temi che ci stanno a cuore: è sempre bello e stimolante ritrovarci! La serata si è avviata col racconto storico di Scaffardi, patron del locale, che ci ha introdotto nel tardo Rinascimento e nella vita di una tra le figure mitiche (ed oggi quasi leggendarie) della Roma del XVII secolo, Donna Olimpia Pamphili, un personaggio femminile che ebbe così grande influenza nella città eterna da rimanere nella storia come la “Papessa”. Dopo l’elezione al soglio pontificio del cognato Giovanni Battista, che prese il nome di Innocenzo X, Olimpia diventò il personaggio più importante della corte papale: “non c’era favore, nomina, decisione,che non passasse per le sue mani e che non costasse, a chi chiedeva per suo tramite, molti soldi.” Forse non proprio una donna manager ante litteram, ma di sicuro una figura nuova nel panorama romano della gestione del potere, che fino ad allora aveva visto solo uomini: di lei rimangono fra le altre opere la bellissima riqualificazione del borgo di San Martino al Cimino. Gradevole occasione di networking tra le socie NoiD e le rappresentanti delle altre associazioni: ADBI, PWN, Donne Giuriste e di riflessioni comuni sul Manifesto di Valore D.

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Noi D Summer cocktail

Il 25 luglio a Roma ci siamo incontrate al Cafè Boario per il NoiD Summer Cocktail. Il cafè si trova a Testaccio, nell’area dell’ex mattatoio di Roma, oggi conosciuto per il cibo biologico, ciclofficina, centri estivi e conferenze dedicate a tematiche legate all’eco sostenibilità, con il Gazometro che si staglia all’orizzonte. Per arrivarci abbiamo girato e rigirato, tra le risate e un po’ di apprensione, prima di riunirci in 30 socie nello spazio a noi riservato. Non abbiamo informazioni di socie che non siano riuscite a raggiungerci, quindi è andata bene!! Sotto la tettoia del Cafè Boario abbiamo degustato un aperitivo con pizze rustiche, snack, cous cous e prosecco. E’ stato un vero piacere conoscerci e riconoscerci, chiacchierando piacevolmente tra di noi. Tra le presenti anche una new entry, Federica Romano, e la rappresentante di Minerva. E’ stata l’occasione per augurare buon lavoro al nuovo Consiglio Direttivo, presente al completo, e alla Presidente e Vicepresidente, Carollo e Nisio appena elette, anche da parte della Past President Stefania Santucci, il cui arrivo è stato festeggiato con calore. La Presidente Cristina Carollo ha tenuto un breve discorso, esprimendo l’orgoglio di appartenere a Noi D e la gioia di ritrovarci continuando a rappresentare lo spirito dell’associazione: promuovere uno stile di gestione inclusiva. Strumento principe: l’osservatorio del gender gap. Idea ulteriore: attivare dei think tank che coinvolgano tutte le associate per elaborare e selezionare le idee/progetti ai quali dedicarsi. Dimensione da privilegiare: piccoli gruppi spontanei, nelle varie sedi, per dare voce a tutte! Bell’atmosfera: occasioni da non perdere.

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L’AD di Olivetti, ing. Delleani, aderisce al 30% Club

L’Amministratore Delegato di Olivetti, ing. Riccardo Delleani, ha aderito alla campagna internazionale 30% Club (https://30percentclub.org/), che promuove una più alta partecipazione femminile nella leadership di organizzazioni private e pubbliche (almeno il 30% entro il 2020, da cui il nome). La scelta prosegue la tradizione di Olivetti che già negli anni ’60, quando la discriminazione era la regola, aveva organizzato fabbriche all’avanguardia anche nella tutela e non-discriminazione del lavoro femminile.  Olivetti è sempre stata un’azienda che ha saputo dare spazio ai talenti femminili, è l’azienda che ha visto l’affermazione di Marisa Belisario da giovane laureata ai più alti livelli di responsabilità e che ha avuto un nuovo rilancio sotto la direzione di Patrizia Grieco. L’adesione dell’AD , ing. Delleani, rappresenta un impegno concreto ad accelerare significativamente la partecipazione delle donne nella leadership delle organizzazioni e a diffondere sia all’interno che all’esterno dell’Azienda e del Gruppo la cultura dell’inclusione, nella convinzione che una maggiore presenza femminile nella leadership sia un’opportunità rilevante per migliorare la performance organizzativa, per crescere e per innovare.

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La violenza sulle donne nel mondo digitale

Oggi 25 Novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La violenza contro le donne o violenza di genere è definita nella “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne” del 1993 come “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata. ». Sebbene sia inclusa dall’Assemblea delle Nazioni Unite nella violazione dei diritti umani, tale tipo di violenza è diventata oggetto di dibattito solo da qualche anno. Recenti studi sul tema dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali, a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, almeno una donna su cinque ha subìto abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. Accanto alla violenza domestica, allo stupro, allo stalking e al femminicidio, nuove forme di sopruso sfruttano la tecnologia e si basano sulla pervasività della stessa per amplificare i propri effetti e determinare un danno irreparabile sulla reputazione della donna. Già nel 1998 Monica Lewinsky subiva la gogna mediatica a livello mondiale e il web era agli albori. Aveva solo 22 anni e si è trovata a pagare un errore personale con un attacco fortissimo da parte di “lanciatori di pietre virtuali”. Era prima dei social media, ma i commenti on line e le storie via mail hanno distrutto con un clic la sua reputazione su scala globale quasi istantaneamente. Per vendere i giornali on line e far stare le persone davanti alla TV, si è permesso che si umiliasse pubblicamente una ragazza con commenti che si rivolgevano alla sua persona, a lei come donna, non alla storia di cui era stata protagonista. I recenti fatti di cronaca e tutti gli approfondimenti condotti, ci hanno fatto riflettere sui meccanismi dell’evoluto mondo digitale e dei social media. Innanzitutto, il quesito è: che cosa hanno in comune gli episodi di “lapidazione mediatica”? Chi si nasconde dietro tanta ferocia? Perché l’agorà pubblica che potrebbe essere internet si trasforma sempre più spesso in un’arena di gladiatori? Nicola Lagioia, in un interessante articolo pubblicato su Internazionale, “Proviamo a utilizzare internet per scoprire il mondo invece che per insultare”, approfondisce come facilmente avvenga che dietro l’anonimato di internet, individui altrimenti frequentabili si trasformino in Mister Hyde violenti, stupidi e brutali. Davanti alla rete cadono le inibizioni del contatto visivo, così ogni retweet e ogni condivisione diventa un’escalation di violenza, ci si dimentica che dietro quel mondo virtuale si nasconde una persona con le proprie fragilità, mentre si è galvanizzati da situazioni di disagio, insoddisfazione, frustrazione e invidia che fanno assurgere al ruolo di crudeli giustizieri. Ma che cosa succederebbe se gli spietati Mister Hyde usassero solo parte delle proprie energie per rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco realmente a vantaggio di quei princìpi per i quali dicono di battersi? La seconda importante evidenza è che la tecnologia non è neutra: come espone efficacemente Manolo Farci nell’articolo di Doppiozero “Nessuno ha ucciso Tiziana”. Se è vero che le informazioni acquistano significato a seconda del contesto in cui vengono veicolate, degli attori che le ricevono, delle aspettative sociali che vengono investite in esse, la rete crea una pluralità di spazi privi di riferimenti contestuali e abbatte la distinzione tra sfera pubblica e privata. “La tecnologia non è semplicemente quello che noi facciamo con essa. La tecnologia è un sistema di creazioni che si autorafforza, il cui unico obiettivo è perpetrare se stesso, arrivando a un livello tale di complessità da raggiungere una sorta di indipendenza”. In un giorno di sensibilizzazione come questa giornata contro la violenza sulle donne, l’augurio è che la consapevolezza piena su questi temi ispiri i Mister Hyde dediti alla lapidazione mediatica a rivolgere le proprie energie in direzione positiva e, d’altro canto, che le piattaforme tecnologiche possano essere ideate e sviluppate per contribuire a diffondere una cultura etica, il rispetto della persona e della sua reputazione. Francesca Funaro Vincenzina Liberati

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PWN ROME: Reinventing Yourself

Nello splendido scenario della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte – un antico salone affrescato, con alti soffitti a volta, “foderato” di scaffalature di legno colme di libri, con uno stretto ballatoio – giovedì 27 ottobre 2016 abbiamo partecipato a un incontro su “come re-inventarci”, tema assai attuale nel contesto della crisi economica che stiamo vivendo nel paese. La tavola rotonda è stata moderata da Gabriele Gabrielli, Head of People Management Competence Centre & Lab, LUISS Business School and President of LAVOROperLApersona Stefania Grea – Founding Member of Career Star Group and National Account Manager INTOO – ci ha introdotto nella realtà dell’outplacement, attività volta alla riqualificazione delle risorse, con l’obiettivo di favorire transizioni di carriera realizzando altresì aspettative e bisogni individuali Andrea Pietrini – Managing Partner of Your CFO – ci ha raccontato l’esperienza dello start up di un’azienda nata con l’idea di sostenere l’imprenditore nelle scelte relative all’area Finanza, Amministrazione e Controllo, offrendo specifico sostegno in termini manageriali e di visione strategico-finanziaria, tramite impiego – anche in ottica temporary management – di professionisti esperti, ribaltando per il professionista la logica di impiego, da dipendente a consulente, con la ricchezza donata dal confronto tra realtà e esperienze diverse. Laura De Chiara – Entrepreneur, Business Angel and Consultant in Strategy, Marketing and Communication – con la convinzione che qualsiasi cambiamento in azienda può avvenire attraverso la Partecipazione, ci ha illustrato come principali aree di intervento per garantire la leadership dell’azienda sul mercato, e la sua sopravvivenza nel medio lungo termine: Change management, Modifiche distributive, Strategie digitali, Sviluppo del New Business. In conclusione, poiché “l’innamoramento tra azienda e manager può finire”, dobbiamo prepararci e investire nel quotidiano a favore del nostro futuro, con la massima cura verso noi stesse, ad esempio con il networking by caring, cioè “facciamo sì network, ma solo con chi ci piace”!

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TIM ospita TEDXROMAWOMEN 2016

Tim ha ospitato presso la sede di Via de’Francisci l’evento TEDxRomaWomen 2016, trasmesso in diretta dagli Stati Uniti. Alcune socie Noi D Telecom hanno partecipato e ci hanno riportato spunti di riflessione sul tema “It’s About Time”. L’obiettivo era esplorare insieme come il tempo e l’attenzione modellano la nostra vita in due sessioni: • It’s About my Time • It’s About our Time Tanti sono stati i messaggi e gli spunti di riflessione. Innanzitutto l’evento, con una ventata di aria fresca, ha come spalancato una finestra sul significato e sull’uso del tempo, facendoci scoprire il fiorire di nuovi mestieri, quali il Memory Researcher, il Social Entrepreneur, il Cultural Theorist, il Lactation Researcher, il Wellness Specialist, e riferimenti alle attività di Life Designer, Communication Marketing Education, Human Empowerment, Transgender Activist, Community Organizer, Social Entrepreneur, … Sezione ” It’s About my Time” Spesso il quotidiano di noi donne si nutre di troppi obblighi, ruoli e mille routine, ed inesorabilmente, nelle nostre vite, si afferma un tempo dimenticato dalla fantasia, dove le pulsioni creative rischiano di spegnersi ancor prima di germogliare, e dove si riduce uno spazio per l’anima, per la cura di sé, per sognare. La speaker Laura Vanderkam, per esempio, autrice di testi centrati sulla work life balance, ha cercato di sfatare il mito della cronica mancanza di tempo e ci ha sollecitato ad impegnarci per sperimentare vite più bilanciate tra carriera e impegni privati, così come tante professioniste di successo riescono a fare. Lila Davachi, invece, Memory Researcher, ha illustrato perché “time is memory”, offrendo una vista scientifica del tempo come “memoria personale”, a cui affidiamo la costruzione delle nostre personali versioni di realtà. E poi ancora Brittney Cooper, Cultural Theorist, ha intrattenuto i presenti sull’uso prezioso del tempo, da lei dedicato all’impegno di genere e alla diffusione della leadership tra le donne di origine africana Sezione ” It’s About our Time” Coppie di persone hanno raccontato come il tempo che hanno dedicato l’uno all’altro, per raccontarsi e riconoscendo il valore di entrambi, abbia permesso loro di vivere esperienze di successo nella carriera scientifica, nel sociale, nel superamento di difficoltà personali. Insomma, un evento che ci ha invitato a riflettere sulla ricerca di un equilibrio basato su comportamenti nuovi, più giusti, e umani. Una spinta ad essere non solo donne, lavoratrici, madri più consapevoli, ma anche riformatrici del nostro tempo. Un messaggio universale, valido al di là delle diversità di genere. Qui trovi il programma e gli speaker:  

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NoiD Telecom compie 4 anni!

NoiD Telecom compie 4 anni! Per festeggiare insieme i traguardi raggiunti, le molte energie messe in campo e le tante sfide in arrivo, abbiamo trascorso una piacevole serata insieme. L’11 luglio sulla terrazza del T Bar noi socie ci siamo ritrovate per celebrare un rito, condividendo tempo, presenza ed intenzioni. Abbiamo coinvolto anche colleghe e amiche, che hanno avuto la possibilità di conoscere l’associazione da vicino, e abbiamo ospitato le associazioni con cui collaboriamo, Associazione Donne Banca d’Italia, Professional Women Network, Social Innovation Society, Coordinamento Nazionale Quadri, che ci hanno testimoniato la loro vicinanza e parlato delle prossime iniziative di collaborazione. Una festa ricca di contenuti e briosa: tra fiumi di bollicine! Complimenti a tutti, artefici di questo coinvolgente evento. Speciale ringraziamento a Elena Braccini, picture manager della serata.  

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Racconti di Noi D Telecom dalla #raceforthecure

Impressioni di una giornata speciale di Rosaria Anastasio e La Race che vorrei nel 2017 di Francesca Funaro, oltre a tante foto per fissare i momenti e l’atmosfera della tappa di Roma della Race for the Cure 2016, che ha visto quest’anno il coinvolgimento eccezionale di tante colleghe e colleghi. Un racconto collettivo che si potrà arricchire del contributo di tutte le associate. Quando mi hanno chiesto di contribuire a raccogliere le adesioni alla “Race for the Cure” per la squadra dei “TIM Runners”, ho aderito più per una voglia di fare del volontariato che per un’effettiva conoscenza di cosa questo evento effettivamente rappresentasse per noi donne. Avevo sentito parlare di questa manifestazione, negli anni passati, ma viverla è stata tutta un’altra cosa! Una splendida giornata di sole ed un mare, tinteggiato di rosa, di persone che corrono insieme per vincere una gara…. una gara con in palio un premio inestimabile: la sconfitta del tumore al seno. Io sono tra le più fortunate e forse non ho molta voce in capitolo sul tema ma, di quella giornata, mi è rimasto impresso il coraggio di tutte quelle donne che si uniscono per trasformare il loro enorme fardello in un’arma potente per tentare di sconfiggere uno dei “mostri”, forse peggiori, in cui una donna si può imbattere. Ho sempre ritenuto il “coraggio” un sostantivo che sarebbe stato meglio al… femminile (soprattutto ai giorni nostri) ! Ebbene quella giornata, con le donne in “rosa”, i loro occhi, i loro sorrisi, la loro determinazione, ne è stata per me la conferma! Non meno emozionante, devo dire, è stata la partecipazione con la squadra dei TIM Runners, che si è distinta per il numero di adesioni (ben 780) e che ha ricevuto il premio come squadra neofita con il maggior numero di iscrizioni! Un’identità ed un orgoglio di appartenenza aziendale spesso sopito dalle varie vicende del vivere quotidiano, che è stato davvero bello ritrovare. I valori positivi ci sono, la “Race” ne è stata una dimostrazione: ci auguriamo che la forza delle donne in azienda (e questa volta il sostantivo è correttamente al femminile) possa agevolarne una maggiore diffusione ed affermazione. Rosaria Anastasio È passato qualche giorno e oggi l’urgenza di fissare il ricordo è irresistibile. Sono nel centro prevenzione tumori del San Filippo Neri, per il mio controllo annuale, tra donne che hanno la mia stessa ansia: sia chi come me ha solo paura di doverci passare un giorno e chi invece ci è già passato. Siamo meno numerose del solito per la verità, perché oggi era temuto lo sciopero, e la tensione sembra sia inversamente proporzionale all’affollamento. Proprio questa stramba ponderazione del rapporto tra essere insieme e stare bene, mi porta a ripensare alla domenica del 15 maggio con la Race for the Cure a Roma. Compagnia e benessere, condivisione e impeto, consapevolezza ed entusiasmo: la magica unione di sentimenti, intenzioni e azioni che ho potuto apprezzare nello splendido scenario del Circo Massimo. Quel rosa, così brillante e dolce, nonostante la lotta dura, serrata e feroce che ci tocca condurre, ci unisce tutte: qualunque sia stata la personale esperienza con il tumore, corriamo per affrontare, per non fuggire, senza nascondere la paura, ma sapendo che da questa trasparenza può nascere il coraggio. Ho corso i 5 km con questo spirito. Quasi al traguardo ho incontrato lo sguardo di una donna in rosa e ho pensato che non potevo mollare, volevo fare anche io la mia parte in questa gioiosa e tenace competizione. All’arrivo ho trovato colleghe, amiche e associate di Noi D Telecom e la felicità è stata incontenibile. Preziosa esperienza la Race for the Cure. Gruppo da mantenere quello dei Tim Runners. Faccio un bilancio: nel 2015 è stata la mia prima corsa competitiva, nel 2016 ho avuto l’onore di correre in gruppo con i miei colleghi; quale il desiderio per la Race for the Cure del 2017? Che questo evento così partecipato possa anche dare l’opportunità a chi è protagonista principale di avere le rassicurazioni più chiare e incontrovertibili sulla corretta condotta da parte degli sponsor. Trasparenza e impegno a 360° per la salute nostra e del pianeta! No all’utilizzo di sostanze conosciute come nocive, aggiornamento degli ingredienti qualora sorgano dubbi su componenti che precedentemente si ritenevano sicuri. Tra gli sponsor della Race for the cure ci sono prodotti che le donne utilizzano sul proprio corpo, quotidianamente. Essere sponsor della Race for the cure ha un valore etico e commerciale. Io, da donna, chiedo a Komen Italia di avviare un dialogo aperto e chiaro con gli sponsor su questo tema fondamentale, per la salute delle donne e per salvaguardare la genuinità di questo coinvolgimento. Francesca Funaro

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