Nel corso degli anni abbiamo assistito a un fenomeno apparentemente contraddittorio: da una parte c’è stato un repentino superamento delle enciclopedie, così com’erano intese una volta, e dall’altra invece una crescente richiesta di sapere enciclopedico, favorita dalla diffusione delle informazioni grazie alla rete internet.
In questo contesto Wikipedia, nata come esperimento di intelligenza collettiva, è diventata un punto di riferimento, una fonte di conoscenza utilizzata anche nelle scuole.
Il divario di genere in Wikipedia
La presenza femminile tra i collaboratori dell’enciclopedia libera presenta un divario di genere molto marcato, sia per l’utilizzo, sia per la partecipazione alla creazione delle voci.
Un primo studio, iniziato nel 2008 e durato un decennio, ha raccolto i dati di genere tra i contributori di Wikipedia. La prima rilevazione del 2008 vedeva il genere femminile attestarsi al 30,52% dei lettori e al 12,64% tra i contributori e per tutto il decennio successivo la situazione non è migliorata (anzi!).
Altri dati, raccolti dal 2019 al 2022 si attestano sulle stesse percentuali di partecipazione femminile, sempre intorno al 13%.
In questo studio più recente vi è però un dato positivo: considerando solo i nuovi contributori, la percentuale delle donne è maggiore (20%) rispetto all’insieme complessivo di vecchi e nuovi contributori.
La scarsa partecipazione femminile, attiva o passiva, all’enciclopedia libera è purtroppo solo la punta dell’iceberg del divario di genere, che si articola in diversi altri punti.
Argomenti e numerosità delle voci
Andando ad analizzare la numerosità delle voci di Wikipedia, quelle riguardanti le donne o i soggetti femminili sono decisamente minori.
Solo il 16,68% di biografie presenti in Wikipedia in italiano sono dedicate alle donne e la situazione non varia di molto anche negli altri paesi del mondo.
Questa disparità è nota da tempo ed è stata affrontata dai media anche con risvolti ironici: nel 2011 le voci sulle scrittrici femministe messicane erano 9 volte meno delle voci dedicate ai Simpson!
Tutto questo però non ha contribuito finora a migliorare di molto la situazione.
Un altro caso eclatante fu rilevato dal Guardian nel 2018 e riguardava l’assenza della voce dedicata a Donna Strickland, premio Nobel per la fisica.
Come possiamo spingere le nostre figlie a imbracciare le discipline STEM, col sogno di diventare scienziate, quando poi le voci dedicate alle scienziate sono così scarse?
Diversità nell’attività di editing
Nella comunità dei wikipediani, sebbene gli uomini totalizzino un numero di interventi di gran lunga maggiore, il tipo di attività di editing – creazione nuove voci, modifica di voci esistenti, inserimento citazioni, correzioni ortografiche, grammaticali o di contenuto – è invece abbastanza simile tra uomini e donne.
Quindi, come abbiamo visto precedentemente, le donne partecipano in misura minore a Wikipedia, ma quando lo fanno la tipologia del loro contributo è analoga a quella maschile.
Per quanto riguarda le aree, si riscontra una maggiore attività delle donne nelle arti e nell’area umanistica, a fronte di storia, geografia e scienze per gli uomini; tale differenza riflette le differenze di genere tra i laureati ed è un motivo in più per spingere su un incremento delle lauree STEM al femminile.
Se le biografie maschili (69%) prevalgono nel complessivo delle attività di editing sia degli uomini che delle donne, si rivela però una tendenza degli uomini a occuparsi di soggetti del proprio stesso sesso (83%).
Questo squilibrio non corrisponde all’interesse dei lettori, perché dall’analisi dei dati di visualizzazione delle pagine si evince che le biografie femminili interessano i lettori quanto – se non di più – di quelle maschili.
Biografie storiche femminili
La scarsa presenza di voci biografiche storiche femminili è spesso stata correlata alla minore possibilità che hanno avuto le donne di occupare posizioni rilevanti per lunga parte della storia umana. La mancanza di potere delle donne nel corso della storia non ha consentito loro di ricoprire posizioni di prestigio o di fama, condizione che determina la “notorietà” dei soggetti.
Uno studio del 2015 evidenzia che l’84,4% delle biografie esaminate riguarda soggetti maschili, il 15,6% quelle femminili e lo 0,0001% identità non binarie. Il risultato sorprendente è che la distribuzione delle biografie storiche femminili è maggiore nelle culture confuciane (27%), dell’Asia meridionale (19%) e dell’Islam (17%), rispetto a quelle europee, latino-americane e africane. Gli autori dello studio hanno spiegato questa tendenza con il “fenomeno della celebrità” che caratterizza le culture confuciane e dell’Asia meridionale. Tuttavia, a pensarci bene, il risultato non stupisce più di tanto, se pensiamo che leader importanti come Indira Gandhi e Benazir Bhutto erano presenti nelle politiche asiatiche già quarant’anni fa, mentre in Italia abbiamo dovuto attendere il 2022 per avere un Presidente del Consiglio donna.
Il lessico per le donne
Purtroppo la presenza femminile in Wikipedia non presenta solo un problema di copertura, ossia di differenza tra numero di biografie femminili e maschili.
Vi è una differenza anche nella struttura delle voci (in termini di quantità e genere dei collegamenti) e di contenuto lessicale (cioè dei termini utilizzati per descrivere uomini o donne importanti).
Dall’analisi computazionale dei termini utilizzati nelle voci si riscontra che spesso nelle biografie femminili si enfatizza il fatto che si sta scrivendo di una donna, si dà maggiore spazio rispetto a quelle maschili alla vita privata, alle relazioni sentimentali, alla sessualità (prevalenza di termini come “matrimonio”, “divorzio”, “figli”, “famiglia”), mentre in quelle maschili prevalgono gli aspetti legati ai processi cognitivi e alle attività sportive.
Inoltre le voci sulle donne contengono più spesso collegamenti a voci su uomini che non viceversa, determinando un’asimmetria di connessione tra i generi.
Divario di genere nella partecipazione
Sono state analizzate le cause della scarsa partecipazione femminile nella creazione delle voci di Wikipedia.
Una ricerca statunitense del 2013 di Stine Eckert e Linda Stein ha raccolto le spiegazioni proposte dai lettori sul divario di partecipazione e le ha raccolte in quattro principali categorie:
- il sessismo diffuso nella società e nel mondo accademico, nel mondo della tecnologia e dell’informatica, in internet, nell’editoria e nei media (9%);
- mancanza di tempo libero da parte delle donne a causa del loro ruolo sociale o della loro scelta di altre priorità (27%);
- differenze di genere fondate sulla biologia o su stereotipi dicotomici (29%);
- cultura e regole di editing di Wikipedia (36%).
Se ne deduce che in Wikipedia è ancora presente una cultura che oppone resistenza alla partecipazione femminile, dovuta principalmente al fatto che coloro che stabiliscono politiche, arbitrano controversie e svolgono attività di alto livello sono principalmente di genere maschile. Per evitare pregiudizi di genere sarebbe necessaria una maggiore rappresentanza delle donne proprio in questo ambito, in cui però è particolarmente difficile entrare.
Contrastare il divario e il pregiudizio di genere
Ci sono diverse iniziative che mirano a riequilibrare la presenza femminile in Wikipedia e in alcuni paesi sono nate associazioni proprio con questo scopo: WikiDonne in italiano, Mujeres in spagnolo e Women in Red in inglese. Queste organizzazioni organizzano vari eventi come gli “editathon”, in cui tutor specializzati guidano i potenziali collaboratori nell’editing delle voci, in modo da abbattere uno degli ostacoli principali alla partecipazione femminile.
Sempre per aumentare la contribuzione femminile a Wikipedia si è cercato di creare un ambiente più aperto e inclusivo con il progetto Wikipedia Teahouse o nuove interfacce come VisualEditor.
Un contributo significativo per riequilibrare le voci dedicate alle scienziate negli ultimi anni lo sta dando la fisica inglese Jessica Wade, che dal 2016 ha scritto più di 1600 voci dedicate a personalità del mondo della scienza appartenenti a minoranze, etniche oltre che di genere. Oltre a introdurre nuove biografie di scienziate, Jessica Wade si è dedicata anche ad arricchire le voci già esistenti con link, citazioni e richiami al loro lavoro. Lo scopo del suo progetto è aumentare la loro rappresentatività delle donne nella scienza, in modo che possano costituire dei role-model per le ragazze e contribuire a così a incrementare la partecipazione femminile nelle discipline STEM.
A cura di Rita Rossi