“The Magic of Christmas”, l’evento organizzato da NoiD, EWMD e PWA che si è svolto il 15 dicembre a Roma, è stato allietato dall’esibizione di Gaia Vazzoler, pianista e musicologa, dal titolo “Donne in musica: spartiti senza voce”.
La pianista ha offerto alla platea un’eccellente esibizione e un programma musicale originale, alla scoperta di talentuose compositrici vittime del “gender gap”, le quali dovettero affrontare tabù e pregiudizi per seguire la propria inclinazione e sviluppare il proprio talento artistico.
Scopriamo in breve le storie di queste compositrici:
• Nannerl Mozart: nulla ci è pervenuto della sua opera; il padre favorì il talento del figlio maschio – Wolfgang Amadeus – in maniera esclusiva arrivando a distruggere le composizioni della figlia, ritenendo sconveniente la composizione musicale per una donna.
• Fanny Mendelssohn,“Andante soave”: sorella del celebre Felix, che propose di pubblicare la musica composta da lei con il proprio nome. Fanny riuscì invece a trovare un editore che pubblicasse le sue composizioni, così da conservarne memoria storica.
• Maria Agatha Szymanowska, Notturno “Le murmure”: un grande esempio di emancipazione: separata, con due figlie, fu pianista concertista in tournée per l’Europa fino a stabilirsi in Russia. Prima interprete ad eseguire le composizioni a memoria, vera star internazionale che fece perdere la testa a GoethE e fu di ispirazione per il giovane Chopin.
• Clara Wieck Schumann, “Piece Fugitive op 15 n. 1”: moglie devota del celebre Robert Schumann, col quale ebbe sette figli, manteneva la famiglia sfibrandosi in concerti faticosissimi. Nei pochi momenti che riusciva a dedicare alla composizione, scrisse musiche bellissime per pianoforte, orchestra e musica da camera. Tra tutte le donne compositrici è la più nota e giustamente eseguita in sale da concerto.
• Cecile Chaminade Souvenance: vestale della musica, con uno stile personale dolcissimo, non si sposò mai. La famiglia di origine impedì la sua ammissione al Conservatorio, e dovette pubblicare con uno pseudonimo per i primi anni. Il suo successo fu in seguito internazionale, arrivando fino in America. Ottenne la Legion d’onore.
• Melanie (Mel) Boni, Preludio op. 10: fu costretta ad utilizzare uno pseudonimo che sembrasse maschile per poter pubblicare la sua musica. Obbligata dalla famiglia ad un matrimonio di convenienza, dopo dieci anni incontrò il giovane poeta di cui era innamorata da ragazza ed ebbe una figlia con lui. La sua musica, di stampo chiaramente impressionista, è dedicata principalmente al pianoforte, ma compose anche per orchestra e musica da camera.
Non sono mancati nel programma musicale della serata anche pezzi di due compositori maschili, abili nel raccontare l’universo femminile:
• Rossini “Una voce poco fa” (Aria di Rosina da “Il Barbiere di Siviglia”): ritratto di una giovane donna determinata, grintosa e capace di modificare il destino e gli eventi in suo favore, senza ubbidire a nessuno.
• Piazzolla “Yo soy Maria” (da “Maria de Buenos Aires”): un tango che descrive Maria, una donna libera, simbolo di sensualità e passione.