“Non crederai mai di essere in grado di ottenere qualcosa se non hai mai visto qualcuno che ti somiglia in quel ruolo.”
E’ con queste parole che Mallory Lefland, ingegnere donna dei sistemi di discesa e atterraggio all’ingresso su Marte, risponde alla domanda sul perché la diversità e l’inclusione sono importanti nel suo ambiente lavorativo: la Nasa.
Tuttavia la “leadership morale” della missione, ovvero quella capace di ideare, coordinare e realizzare la missione in concreto, ci dimostra l’internazionalità dei componenti del gruppo e soprattutto, finalmente, la forte presenza femminile (Ingrid Daubar, Julie Wertz, Farah Alibay, Marleen Martinez Sundgaard, per citarne solo una piccola parte di loro)
«Il 40% del team di entrata, discesa e atterraggio era composto da donne, la più alta percentuale della storia», ha scritto Carlie Zumwalt, la giovane ricercatrice del Langley Research Center della Nasa che quando il Programma di esplorazione marziana è cominciato aveva solo 5 anni.
Non solo, basti pensare che il gruppo della Nasa che ha svolto un ruolo cruciale nei 7 minuti di terrore attraversati dalla sonda InSight prima di toccare Marte un mese prima di Perseverance, è composto da sette ingegnere donne.
Infine, tra i gruppi di ricerca che studieranno i reperti marziani che auspicabilmente torneranno sulla Terra, uno è guidato dall’Italiana Teresa Fornaro e ne fanno parte John Brucato e Giovanni Poggiali, tutti e tre dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Da quanto da lei dichiarato alla trasmissione di Geppi Cucchiari (puntata del 23 febbraio), nel suo team scientifico tutte le posizioni verticistiche sono ricoperte da donne.
E concludiamo con un’altra buona notizia: la Nasa ha annunciato che la prossima missione lunare, nel 2024, sarà compiuta da una donna.
La rivista Marie Claire, nella versione internazionale, ha seguito le esercitazioni di Jessica Meir e Christine Koch, che hanno superato il record femminile di permanenza nello spazio tornando a terra dopo 328 giorni sulla stazione spaziale internazionale. Vi suggeriamo qui il videoracconto: https://youtu.be/1pned_YFl90. Le astronaute descrivono la loro giornata tipo, dalla manutenzione della stazione spaziale alla gestione dei pasti, come lavano in capelli in assenza di gravità, gli esperimenti che conducono in orbita.
Sembra che PERSEVERANCE, il nome del suv robotico disceso su Marte il 18 febbraio scorso, di femminile non abbia solo il nome, ma anche l’anima.
Angelica Alemanno